L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Lecco e la Reggina.
Due città in attesa. Ma se a Reggio Calabria hanno passato gran parte della stagione tra sentenze e penalizzazioni, a Lecco ancora faticano a capire come si possa passare nel giro di poche ore dalla festa per una storica promozione all’incubo della mancata inscrizione. I fatti sono noti: domenica scorsa, 18 giugno, i ragazzi di Foschi battono il Foggia e conquistano, dopo una stagione al di sopra di ogni aspettativa, una promozione in B che mancava da 50 anni. Si festeggia, ma in società la testa è già altrove. L’impianto di casa, il Rigamonti-Ceppi, non rispetta infatti i criteri richiesti per la B. Occorre sbrigarsi, perché la scadenza per presentare le iscrizioni è fissata alla mezzanotte di martedì 20 giugno. Il club aveva già avuto contatti con alcune città vicine e lunedì si mette subito all’opera. L’opzione migliore è l’Euganeo di Padova, che in tutta fretta è chiamata a fare le verifiche del caso. Sono operazioni che portano via tempo e per quanto le istituzioni della città veneta, comprendendo l’urgenza, si impegnino a ridurre al massimo i tempi, la mail attesa da Questura e Prefettura arriva solo la mattina di mercoledì 21, troppo tardi. Perché – da regolamento – certe scadenze sono perentorie e non ammettono deroghe.
Il ricorso Chiaro però che il ricorso del Lecco ci sarà. E si baserà su alcune circostanze talmente insolite da rendere questo caso diverso da tutti gli altri. Vediamo quali. Come si diceva, il club di Paolo Di Nunno ha conquistato la promozione nel tardo pomeriggio di domenica 18 e aveva poco più di 48 ore per sistemare tutte le pratiche per l’iscrizione. In questa stagione però le gare dei playoff di Serie C sono terminate una settimana più tardi del previsto, mentre il termine per accedere alla prossima Serie B non ha subito variazioni. In 48 ore intervenire su eventuali ostacoli, come nel caso dello stadio del Lecco, diventava quasi impossibile.
C’è poi la questione Pec. Sono due le mail che sarebbero state inviate dal Lecco con richiesta di proroga di presentazione della documentazione relativa allo stadio: la prima alla Figc due giorni prima della finale, quindi il 16 giugno, che non avrebbe ricevuto risposta; la seconda il 20 prima della mezzanotte alla Lega Serie B, che conferma di averla ricevuta, ma soltanto il 22. Il terzo elemento è relativo a quanto inserito nella domanda di iscrizione rispetto allo stadio: erano presenti infatti i sì del Calcio Padova e del Comune di Padova, mancavano quelli di Questura e Prefettura, ma il Lecco aveva comunque allegato la notifica delle istanze. In pratica aveva dimostrato di aver avviato le procedure di carattere amministrativo prima della mezzanotte.
A proposito, ieri il Brescia, retrocesso in C ma prima possibile riammessa, ha fatto ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni contro Figc, Lega B e Reggina, chiedendo l’annullamento del provvedimento della Lega che ha respinto la domanda di iscrizione in B. Un ricorso più di forma che di sostanza, volto a far capire che si è sul piede di guerra. Così come il Perugia, potenziale seconda riammessa, che in una nota ha parlato di «termini perentori sulle iscrizioni», sottolineando che «non accetterà nessuna sorpresa». Quanto alla Reggina, il club avrebbe rispettato tutti gli adempimenti tranne quello relativo al piano di ristrutturazione del debito e dunque il pagamento di 757 mila euro: il Tribunale di Reggio aveva fissato la scadenza per il saldo al 12 luglio, la Figc ovviamente al 20. Ora si aspetta il 30 giugno, data entro la quale la Covisoc dovrà dire la sua, ma già lunedì potrebbero arrivare novità importanti, anche sul possibile acquirente del club.