Gazzetta dello Sport: “Le regie della Lega: così è cambiato il racconto tv. Il risultato è un prodotto serie A edulcorato”

All’inizio è stata dura, le proteste non sono mancate, ma alla fine il bilancio è positivo. Quella andata in archivio è stata la prima stagione delle regie centralizzate dalla Lega Serie A, che ha marchiato la sua impronta editoriale su campionato, Coppa Italia e Primavera, sulla scia di un fenomeno che presenta senza dubbio controindicazioni ma che sta avvenendo su scala globale e non solo nel calcio e appare pertanto ineludibile: quando guardate qualcosa alla tv, che sia l’Europeo o la Premier o la Bundesliga o un torneo Atp di tennis o la Formula 1, sappiate che state assistendo a una narrazione “di parte” dell’evento, perché regia e produzione sono alle dipendenze dell’organizzatore stesso. Cosa significa? Che l’organizzatore ha tutto l’interesse a edulcorare il prodotto che vende in tutto il mondo. PRINCIPI Avviene pure per la Serie A, attraverso linee guida seguite dagli operatori e principi che Marco Brunelli, direttore generale della Lega, sintetizza così: «Nel racconto live della partita si privilegia lo svolgimento del gioco limitando l’uso del replay ed evitando dettagli su scene cruente, si esalta il tifo positivo sugli spalti senza indugiare sui comportamenti negativi». Sì, possono esserci le integrazioni da parte dei broadcaster licenziatari (Sky e Mediaset per il campionato, Rai per la Coppa) ma sono limitate: la Lega vieta espressamente la “regia parallela”. Il rischio è che sui televisori non appaia l’evento nella sua verità oggettiva, con tutte le sue sfaccettature, anche quelle negative, ma un prodotto filtrato. Lo si sta percependo anche con l’Europeo: l’Uefa ha limitato al massimo la trasmissione delle immagini relative ai disordini dei tifosi. «Il nostro racconto – interviene Popi Bonnici, coordinatore del team della Lega – è coerente con l’esaltazione del calcio e non con la sua declinazione come fenomeno sociale. Ma attenzione: la regia centralizzata non significa totalitarismo. Tutto questo non impedisce il diritto di cronaca, semmai favorisce l’omogeneità del prodotto. Prima le regie erano guidate dal telecronista con la sua visione soggettiva. Adesso ci sono degli standard a cui attenersi. Pensate agli allenatori: stiamo molto attenti ad equilibrare il tempo a loro dedicato evitando di privilegiare chi protesta di più. Le critiche sui pochi replay? Spiegatemi a che serve far rivedere un fallo a centrocampo 3­4 volte interrompendo la visione del gioco». MIGLIORIE La Lega batte il tasto della trasparenza e ricorda che all’intervallo e a fine gara tutte le immagini provenienti da ogni telecamera vengono trasmesse alle emittenti, che possono utilizzarle liberamente nei loro programmi. Per il futuro, il tentativo è di arricchire il prodotto con i pre e post partita dedicati all’intrattenimento, le inquadrature spettacolari di certe camere, curiosità come le immagini dello spogliatoio dell’arbitro. «Vogliamo rendere riconoscibile un match di Serie A come già avviene per la Premier o la Champions», chiosa Brunelli.” Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio