“Tutti e quattro assieme sommano appena venti minuti giocati nella Nazionale di Antonio Conte, lo spezzone di amichevole contro l’Albania disputato da Bonaventura nell’autunno del 2014. Tre dei quattro – Berardi, Bernardeschi e Insigne – con l’attuale c.t. non hanno mai visto il campo. Difficile che vadano tutti all’Europeo, ma almeno due hanno buone possibilità di entrare nei 23. A nessuno difettano le qualità. Casomai, per qualcuno, i problemi sembrano di altra natura. Ecco il borsino delle quattro nuove frecce tricolori. IL MISTERIOSO Nessuno dubita della consistenza tecnica di Domenico Berardi. Il giovane dà il meglio di sé come punta esterna nel 4-3-3 di Di Francesco al Sassuolo, ma ci pare compatibile con il calcio di Conte, per esempio come ala d’attacco nel 4-2-4 «contiano». Le perplessità sono di natura psicologica. Il ragazzo ogni tanto perde la brocca e si fa espellere. Eppoi stenta a uscire dal guscio emiliano: ha preso tempo per il trasferimento alla Juve e in ottobre ha lasciato Coverciano per infortunio, nella prima e fin qui unica volta in cui Conte lo ha chiamato in Nazionale. Non vogliamo dire che fingesse, ma tutti sanno che lo stoicismo – il restare in gruppo anche se non si sta bene – è valore apprezzato dal c.t. Qual è il vero Berardi? Per lui, freccia giù. IL PICCOLO GIOTTO Con fegato, o con sana incoscienza, Federico Bernardeschi a 21 anni si è preso la numero 10 della Fiorentina, maglia pesante, che appartenne ad Antognoni – il Totti della storia viola – e a Rui Costa. Bernardeschi sarebbe un 10 naturale – del 10 ha piedi, grazia e visione – e si è adattato a giocare in fascia perché nel calcio moderno i 10 di una volta non può più permetterseli nessuno. Il ragazzo ha mostrato umiltà e spirito di sacrificio. Non si è arroccato dietro il suo talento, ma lo ha messo al servizio degli altri. Pennella come un piccolo Giotto e dà copertura a 70-80 metri di terreno. Conte non l’ha mai chiamato, neppure per fargli assaporare l’aria della Nazionale vera, però lo fa seguire con assiduità. L’Under 21 non andrà all’Olimpiade e Bernardeschi sarà convocabile per Euro 2016. Per lui, freccia su. L’UNIVERSALE Giacomo Bonaventura, per tutti «Jack» e basta, incarna il classico universale: dove lo metti, gioca. Un trasformista che sa recitare un sacco di parti in commedia. Può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, per dire. Mihajlovic oggi lo utilizza come esterno sinistro nell’economia del 4-4-2 che ha rivitalizzato il Milan. In effetti ci sembra misterioso che Conte lo abbia convocato una sola volta, a novembre del 2014, per le partite contro Croazia e Albania. Un tipo duttile come Bonaventura, dotato pure di notevole senso della rete e dell’ultimo passaggio, sei gol e sei assist per lui in questo campionato, fa la felicità di qualunque allenatore. Per lui, freccia su. IL MIGLIORE Lo dicono i numeri, Lorenzo Insigne oggi è il miglior giocatore italiano della Serie A: 11 gol e 9 assist rappresentano uno strepitoso bottino, destinato a crescere. Nel 4-3-3 di Sarri, Insigne è diventato esterno a tutto tondo, capace di sostenere le due fasi senza problemi. Così risulta incomprensibile che il piccolo genio di Frattamaggiore non abbia ancora giocato un minuto nella Nazionale di Conte. Si spera che l’incomprensione d’ autunno – Insigne, come Berardi, via dal ritiro per guarire a casa da un infortunio – sia stata superata. Ci aspettiamo che il c.t. convochi Insigne per le due amichevoli di lusso a fine marzo, contro Spagna e Germania. Se ciò non accadesse, sarebbe lecito porsi delle domande «dietrologiche». Per Lorenzito, freccia su. Molto su”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.