Gazzetta dello Sport: “L’amore di Palermo, la città piange il figlio prediletto: «Totò uno di noi»”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla morte di Totò Schillaci.
Applausi e commozione hanno accompagnato ieri il feretro di Totò Schillaci, sia all’uscita dall’Ospedale Civico che all’arrivo allo stadio Barbera, dove è stata allestita la camera ardente. Palermo si è stretta in un grande abbraccio per dare l’ultimo saluto al suo “figlio prediletto”. La camera ardente, situata al secondo piano dello stadio, è stata organizzata dal Comune in accordo con la società del Palermo. L’apertura ufficiale è avvenuta alle 16, ma già un’ora prima si era formata una lunga fila di persone. I primi ad entrare sono stati i giocatori del Palermo, guidati dall’allenatore Alessio Dionisi e da Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, che è rimasto accanto alla famiglia per tutto il giorno.
Francesco Di Mariano, profondamente legato allo zio, aveva pubblicato su Instagram un messaggio commovente: «Caro zio, sono cresciuto nella tua scuola calcio, con l’idea di dover arrivare ad alti livelli e partecipare a un Mondiale, far sognare un popolo come hai fatto tu. Non ci sono riuscito, ma spero che tu sia stato comunque orgoglioso di me».
Davanti all’ingresso del Barbera, i tifosi avevano affisso uno striscione con la scritta: «Le tue notti magiche non verranno mai dimenticate». Questo è stato il primo segno di affetto che ha accolto le tante persone che si sono recate alla camera ardente. Tra i primi a rendere omaggio, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. «La città piange la perdita del calciatore palermitano più rappresentativo della nostra storia», ha dichiarato Lagalla, sottolineando come Schillaci sia stato un simbolo di riscatto per Palermo negli anni difficili.
Anche il presidente del Palermo, Dario Mirri, ha ricordato con affetto il campione: «I ricordi che ho di Schillaci sono gli stessi di tutti i palermitani: ci sentivamo orgogliosi di avere un palermitano che ci stava portando alla conquista del Mondiale. Schillaci è stato la rappresentazione del riscatto».
La lunga fila di persone, che si è formata per rendere omaggio a Schillaci, ha attraversato lo stadio fino a sera inoltrata. Centinaia di persone, di ogni età e provenienti da tutta la città, si sono radunate per vedere un’ultima volta il “ragazzo del Mondiale del ’90” che aveva reso orgogliosi tutti i palermitani. Molti hanno espresso il desiderio che a Totò venga intitolata una strada o una parte dello stadio.
Davanti al feretro, c’è chi ha mandato un bacio, chi ha rivolto una preghiera, e chi ha trattenuto a stento le lacrime. La scomparsa di Totò Schillaci lascia un vuoto enorme, che sarà difficile da colmare.