“Nevralgico, intercambiabile, propositivo. Nel laboratorio di De Zerbi il centrocampo del Palermo sta diventando una fucina di soluzioni. Perché il tecnico rosanero, a differenza dei suoi predecessori, non ha trovato un’unica formula a cui ricorrere. Attinge a piene mani a quello che l’organico gli offre. Tutti sono utili, ma nessuno è sicuro del posto, nonostante possano esserci alcune certezze. Prima nella linea a tre poi nella linea a quattro, finora, tranne Bouy hanno trovato tutti spazio. Gazzi e Hiljemark, consentono più soluzioni anche particolari, il primo per l’esperienza, il secondo per la propensione agli inserimenti.
L’esempio è nella gara col Crotone nella quale Gazzi è stato utilizzato da centrale difensivo come regista arretrato, quando c’era da recuperare lo svantaggio. Il biondo centrocampista, invece, ha agito da trequartista aggiunto accanto a Diamanti nella sfida con l’Atalanta. JOLLY Entrambi possono giocare davanti alla difesa, o da mezzala, anche se finora Gazzi è stato preferito nel ruolo di play. Poi ci sono le varianti e le alternative. La variante alla quale sta lavorando De Zerbi è Bruno Henrique nella posizione di mezzala. Il brasiliano è stato acquistato come regista, il tecnico, però, sta provando a dare maggiore supporto a un attacco anemico con un centrocampista dotato di tecnica e bravo a inserirsi. Nel passaggio, inoltre dalla difesa a quattro alla linea a tre, De Zerbi ha trovato questa formula con il finto secondo trequartista che consente di dare anche solidità a metà campo. Se con l’Atalanta era toccato a Hiljemark, con la Juve è stata la volta di Chochev. RIVITALIZZATI Il Bulgaro nelle volte in cui è stato impiegato ha svolto un lavoro tattico non indifferente sia in quella zona, che nella gara precedente con l’Atalanta nella quale ha fatto da scudiero a Bruno Henrique, preferito a Gazzi. Se il bulgaro sta diventando più concreto di quanto lo ricordassimo nella passata stagione, chi sta dando segnali incoraggianti è Jajalo. Il bosniaco, a Bergamo, dalla panchina ha cambiato l’inerzia della gara. Con la Juve invece, dall’inizio, ha provato a dare sostanza al centrocampo evitando che venisse sovrastato da quello bianconero. Timidi segnali di ripresa che vanno addebitati a De Zerbi, che con le sue idee sta riuscendo a coinvolgere tutti facendoli sentire centrali al suo progetto. Un metodo che sta consentendo di rivitalizzare giocatori considerati persi dopo la disastrosa stagione dello scorso anno e che possono diventare anche un patrimonio recuperato in ottica mercato”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.