L’assemblea degli azionisti del Genoa ha ufficialmente sancito un passaggio epocale: la revoca dei consiglieri Steven William Pasko, Joshua Craig Wander e Adam Randall chiude l’era 777 Partners, la holding americana arrivata in Italia tre anni fa e ora uscita di scena. Come riportato nella Gazzetta dello Sport oggi in edicola, si tratta di un cambio di rotta significativo, accompagnato da un aumento di capitale sociale di 45,3 milioni di euro, di cui 40 milioni a pagamento e senza sovrapprezzo.
Il ruolo di A-Cap e il futuro
Dietro questa iniezione di liquidità si staglia il profilo di A-Cap, colosso assicurativo statunitense e principale finanziatore della crisi di 777 Partners. Già nei mesi scorsi, alcune cifre rilevanti erano state garantite da Nutmeg Acquisition, controllata proprio da A-Cap. L’aumento di capitale potrebbe rappresentare sia un mezzo per dare ossigeno alle casse del club, sia una strategia per renderlo più appetibile in vista di una futura cessione. Entro il 14 gennaio dovrà essere svelato chi effettivamente sottoscriverà l’operazione.
Gli scenari futuri
Durante l’assemblea, il Cfo del Genoa ha sottolineato il dato positivo dell’Ebitda, pari a quasi 31 milioni nel primo semestre del 2024, uno dei valori più alti nella storia recente del club. Questo elemento, unito all’affluenza costante dei tifosi (oltre 30 mila presenze fisse al Ferraris), dimostra come il Genoa resti un asset interessante nonostante le difficoltà vissute dalla holding americana.
Il quadro attuale è chiaro: il tracollo di 777 Partners ha consegnato il club a nuovi scenari, ma la passione per il Grifone è rimasta intatta. La squadra, con gli stessi punti della scorsa stagione nonostante le cessioni estive, è pronta a resistere e guardare al futuro. Ora resta da capire se l’aumento di capitale sarà il preludio a una cessione definitiva o il punto di ripartenza per un rilancio.