Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati dalla Procura federale per una vicenda legata ai cosiddetti “libri antichi”. Questo sviluppo si aggiunge alle recenti turbolenze che hanno coinvolto il mondo del calcio italiano e arriva in un momento cruciale per la federazione.
La vicenda e le accuse
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta, la vicenda riguarda presunti illeciti nella gestione di alcuni documenti storici e l’accusa principale sarebbe quella di appropriazione indebita. Gravina avrebbe ricevuto una notifica da parte della Procura, che sta indagando su presunti comportamenti irregolari che risalgono al suo periodo come presidente della Lega Pro.
La lettera che lo informa dell’apertura delle indagini è stata inviata nelle scorse settimane e potrebbe portare a sviluppi significativi. Come evidenzia La Gazzetta dello Sport, questa indagine potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione la leadership di Gravina in un periodo già delicato per il calcio italiano.
La difesa di Gravina
I legali del presidente hanno risposto prontamente, sottolineando che Gravina si difenderà con forza da ogni accusa, ribadendo la trasparenza della sua gestione. “L’accusa è del tutto infondata e sarà dimostrato nei tempi dovuti,” hanno dichiarato i suoi avvocati, come riportato dalla Gazzetta.
Le implicazioni politiche e sportive
Questo episodio arriva in un momento particolarmente significativo per Gravina, che ha recentemente ribadito la sua intenzione di candidarsi per un nuovo mandato come presidente della FIGC. Come sottolineato dalla Gazzetta dello Sport, questa vicenda potrebbe influenzare il clima attorno alla sua candidatura, già oggetto di critiche da parte di alcune fazioni interne alla federazione.
La vicenda del caso “libri antichi” rappresenta un nuovo capitolo di una stagione complessa per il calcio italiano. Le prossime settimane saranno decisive per chiarire non solo il ruolo di Gravina in questa vicenda, ma anche le eventuali ripercussioni sul futuro della FIGC e sulla governance del calcio nazionale.