Gazzetta dello Sport: “La lunga notte di Palermo «Meritiamoci gli applausi». Ballardini dà la scossa al gruppo e elogia Di Marzio: «Io e lui come Ficarra e Picone, ora ci vuole l’ultimo sforzo di tutti»
“Cala il sipario, con la speranza che l’ultimo atto col Verona rappresenti il lieto fine al termine di un lungo incubo. Perché se il Palermo è costretto a giocarsi tutto negli ultimi 90’ lo deve a una gestione che stava portando al suicidio. Un’annata nella quale è accaduto di tutto tra decisioni errate e paradossi, come quello del Barbera sold out per la gara in cui si decide la salvezza dopo che un’intera città aveva voltato le spalle alla squadra e soprattutto al presidente Zamparini, messo sul banco d’imputati dall’intero ambiente per le scelte operate in questo campionato: dalle operazioni di mercato sbagliate sia in estate che a gennaio, ai nove cambi in panchina con due ritorni quello di Iachini e Ballardini, passando per i giocatori epurati, alcuni ceduti e altri riabilitati per la causa come Maresca“. Questo si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.
UN FILM BIZZARRO “Il paradosso di questa stagione sta proprio nell’immagine del centrocampista ex Siviglia che era stato messo fuori rosa da Ballardini (insieme a Rigoni e Daprelà) nella sua prima gestione e che nelle ultime tre partite è diventato il simbolo della rimonta insieme a tutta la vecchia guardia che per tutto l’anno era stata accantonata a favore dei giovani, molto di belle speranze ma poco funzionali nell’immediato. Un’annata che ha visto la squadra prendere le distanze pubblicamente dal proprio allenatore proprio un girone fa a Verona, diventata fatale per il tecnico ravennate che diede l’addio nonostante la vittoria (era accaduto anche a Iachini dopo la partita vinta col Chievo ma in quel caso i giocatori erano dalla sua parte). Quello stesso tecnico che oggi sta portando la squadra alla salvezza con una rimonta che fino a tre settimane fa sembrava impensabile. Un anno in cui è successo di tutto, anche i battibecchi tra Zamparini e gli altri presidenti impegnati nella lotta salvezza”.
POLEMICHE “Nel mirino del patron è finito prima il Verona definito distratto sul gol vittoria del Frosinone al Bentegodi, poi il Carpi dopo il successo con l’Empoli con un comunicato sulla direzione arbitrale. E come se non bastasse, l’ultima settimana di campionato ha vissuto dei botta e risposta col numero uno degli emiliani Bonacini per le rivendicazioni su un finale corretto e i sospetti alimentati dalla strutturazione del paracadute per le retrocesse. Nel frattempo il Palermo è tornato padrone del suo destino al termine di una rincorsa che nelle ultime due giornate ha fruttato 8 punti preziosi, una striscia record per i rosanero in questa stagione. Tra i motivi della ripresa l’inserimento di Gianni Di Marzio cha da consulente esterno si è trasformato in parte attiva facendo da collante per la squadra e da parafulmine nei confronti di Zamparini. Un connubio con Ballardini che dovrebbe continuare anche la prossima stagione. «Di Marzio è un grande attore dice il tecnico del Palermo , io ogni tanto gli faccio da spalla. Siamo come Ficarra e Picone. Nella mia prima gestione ho fatto 7 partite, alcune giocate meglio e altre peggio. Adesso è stato fatto un buon lavoro, una salvezza non sarebbe una rivincita, c’è stato molto da soffrire per tutti e quest’ultima partita ci dà l’occasione per concludere la stagione al meglio. Ma se non ci salviamo, il buon lavoro si rivelerà inutile e questa squadra si merita la salvezza»”.