Gazzetta dello Sport: “La Juve sa soltanto vincere, Grosso si prende il Viareggio. Bianconeri cannibali, Palermo k.o.”

“Adesso sì che il cerchio si è chiuso. Dal Palermo (club con cui giocava quando ha ottenuto la convocazione al Mondiale 2006) al Palermo, a distanza di dieci anni. In mezzo un Mondiale vinto da protagonista in Germania – punto più alto della carriera da giocatore – e una sconfitta (proprio con i rosanero) nel playoff di accesso alle finali scudetto Primavera 2015, al primo vero anno della nuova vita da allenatore della Primavera della Juventus. Fabio Grosso centra il primo trofeo della carriera da tecnico, aggiungendo alla ricca bacheca della Juve la nona Coppa Carnevale, che porta i bianconeri in testa alla classifica dei club più titolati del torneo di Viareggio, insieme al Milan. «Non so quali siano le differenze tra vincere da calciatore o da allenatore. Sono contentissimo di quello che sto facendo, con grandissima passione come sempre, cercando di fare il meglio per questi ragazzi e provando a portare a casa qualche trofeo con loro – dice Grosso dopo aver dato il la al coro «fino alla fine forza Juventus» che continua a rimbombare all’interno dello spogliatoio bianconero –. Volevamo vincere un titolo, ci siamo riusciti, ma ora lo mettiamo in bacheca e pensiamo al futuro». Un futuro che potrebbe regalare alla Juve il Tripletino: ad aprile c’è la finale di Coppa Italia contro l’Inter e a fine maggio le finali scudetto. I ragazzi come la prima squadra, insomma. Con Grosso che punta ad andare fino in fondo a tutte le competizioni come Allegri. CARRARMATO E s’è capovolto in pochi mesi il mondo di Grosso, subentrato nel 2014 a Zanchetta sulla panchina bianconera. Lo scorso anno la sua squadra bucò alle porte della fase finale, quest’anno sembra un carrarmato inarrestabile. La striscia di 12 vittorie consecutive in campionato l’ha messa in fuga nel girone A, il Viareggio può darle quell’autostima in più che non guasta. E lui se la ride. Perché ha una rosa profonda, giocatori di qualità e di esperienza. E ha vinto la Viareggio Cup senza i tre elementi migliori: Favilli e Romagna (in Under 19) e l’infortunato Clemenza (stagione finita). La vendetta sul Palermo s’è consumata proprio nel momento più difficile. Dopo aver dominato la prima mezzora di gioco, la Juve è andata al riposo sul 2­2, figlio delle reti di Kastanos (splendido spunto in area su imbeccata di Macek, doppia finta e rasoiata imparabile sul primo palo) e Vadalà (rigore trasformato dopo ingenuo fallo di Giuliano su Macek), alle quali aveva risposto una doppietta del solito La Gumina (terza del torneo per l’attaccante, capocannoniere e miglior giocatore del Viareggio), lesto a bruciare i centrali della Juve dopo una respinta difettosa di Del Favero e freddo nel realizzare il rigore prima dell’intervallo (e al Palermo ne manca un altro a fine gara). Nella ripresa la Juve si è allungata, il Palermo ha preso campo e fiducia e solo due super parate di Del Favero hanno permesso ai bianconeri di rimanere in partita. Fino al cambio decisivo. Quando Grosso ha pescato dalla panchina il jolly giusto: Alessio Di Massimo. FESTA Ed ecco l’altro cerchio che si chiude, il lieto fine delle favole. Di Massimo due mesi fa giocava in Serie D ad Avezzano, guadagnava 400 euro al mese e sognava di arrivare al Viareggio con la Rappresentativa di D. Poi le vie del mercato lo hanno portato alla Juve, intanto come fuori quota della Primavera. Gli sono bastati 8 minuti per decidere la partita, procurandosi e trasformando il rigore che ha dato il via alla festa Juve. Rigore strappato a Vadalà, già pronto con il pallone in mano. C’era un pullmino di dieci persone arrivate dall’Abruzzo da onorare, con sopra mamma, papà, sorella, fidanzata, zii e nonno, il suo primo tifoso. Destro secco, portiere spiazzato. Famiglia in lacrime e lui in trionfo sotto la curva”. Questo quanto si legge sull’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”.