Gazzetta dello Sport: “La B parte col pasticcio, Ternana-Pisa rinviata. Ricorso degli umbri, la società nerazzurra sarà comunque sanzionata: niente contributi e rischio penalizzazione. I tifosi invadono l’aeroporto”
“Alla fine la frittata è fatta. E purtroppo non è quella con le cèe (gli avannotti di anguilla) specialità cittadina che delizia il palato. Questa resta sullo stomaco. Il dissesto del Pisa, dopo aver fatto vivere un’estate folle con una clamorosa confusione di ruoli, ha costretto la Lega B, di concerto con la Figc, a rinviare il debutto di stasera sul campo della Ternana. Un po’ quello che avvenne un anno fa in occasione del fallimento del Parma: non c’è la società? Non si gioca. «Un’azione di responsabilità e di buon senso» è stata la spiegazione di Lega e Aic. Perché di solito se una squadra non si presenta a una partita perde 30 a tavolino e viene penalizzata. Punto. Ma questo caso è diverso, anche se le conseguenze non saranno morbide. LA DECISIONE Lega B si aggrappa all’articolo 7 comma 1 dell’Accordo Collettivo, nel quale è scritto che «la società fornisce al calciatore attrezzature idonee alla preparazione e mette a sua disposizione un ambiente consono alla sua dignità professionale». Cosa che a Pisa non esiste, visto che la proprietà non organizza l’attività della squadra dopo aver respinto la proposta di cessione del club al fondo di Pablo Dana. Quindi squadra abbandonata, senza allenatore e staff, impossibilitata ad allenarsi e ad andare a Terni. Da qui il rinvio. Invece di fare finta di nulla, di far andare lo stesso la gente allo stadio, di muovere arbitri e tutto il carrozzone, di muovere anche forze dell’ordine che forse in questi giorni sono più utili a pochi chilometri di distanza dove c’è stato il terremoto, meglio rinviare a data da destinarsi. LE CONSEGUENZE Logico che la Ternana non l’abbia presa bene. Sul sito è scritto che «il Pisa ha ottenuto la licenza per partecipare al campionato, quindi per la Figc aveva tutti i requisiti per farlo: tali valori non possono essere disattesi». Il club farà ricorso. Ma è anche logico che il Pisa non la passerà liscia. Anche la partita di Coppa Italia Primavera con il Benevento non sarà giocata, perché il Comune di Vicopisano che gestisce lo stadio indicato «non ha avuto richiesta dal Pisa». La Procura federale aprirà un fascicolo e farà scattare il deferimento. Il Pisa sarà sanzionato: non con una ammenda o il 30 a tavolino che la Ternana ritiene di meritare (la partita sarà comunque giocata), ma con squalifiche e forse una penalizzazione. Non solo. Se in settimana non si trova una soluzione e il Pisa non si presenta alla seconda giornata in casa (a Empoli) contro il Novara, ci saranno il 30 a tavolino e il 1. E non è finita, perché lunedì la Lega distribuirà la prima tranche dei contributi e il Pisa ne sarà escluso. I COMMENTI Ma se a Pisa non c’è stata chiarezza in due mesi e mezzo, come si farà a risolvere tutto in pochi giorni? Damiano Tommasi dell’Aic una soluzione ce l’ha: «Ci vorrebbe una sorta di esproprio forzato delle società quando la situazione è ingovernabile». Andrea Abodi invece ha detto: «È stata una decisione difficile, ma l’abbiamo presa dopo un lungo confronto con Tavecchio e Tommasi anche per salvaguardare l’immagine del campionato». I tifosi hanno manifestato pacificamente all’aeroporto, dove c’è un chiosco di Terravision, l’azienda di trasporti del presidente Fabio Petroni (sempre ai domiciliari). I giocatori invece sono stati sfrattati dall’hotel e sono tornati a casa in attesa di sapere quando, come e dove tornare al lavoro. Ma è finito il tempo delle chiacchiere. E anche dei tweet, visto che ieri Dana continuava a cinguettare chiedendo aiuto al sindaco e alla Lega per poter riaprire e definire la trattativa.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.