Gazzetta dello Sport: “La B fa rima con bontà: «E se ci fosse la Var…»”
“B come buoni. Da quando (2010) c’è stata la scissione anche arbitrale dalla A, la B registra il minimo di espulsioni: nove giocatoriin campo, uno in panchina e due allenatori. L’anno scorso erano 16 (e 4 tecnici), due anni fa 28 (e 4), nel rovente 201415 addirittura 37 (a 7). Questo è il dato più eclatante emerso a Coverciano nel tradizionale incontro tra arbitri, capitani e allenatori,simile a quello che avviene in campo: poche polemiche, molta distensione. Non c’era Novellino, l’unico tecnico allontanato (due volte), ma c’era Nestorovski, l’ultimo giocatore espulso. Si è parlato anche di Var, e di una Serie B rimasta alla vecchia maniera. VAR SI’ O NO? Zeman è drastico:«E’ già un lusso per la A, toglie il gusto del calcio. Tanti errori sfuggono lo stesso». Tra i favorevoli c’è Inzaghi: «Sì, perché leva molti dubbi e porta serenità». Per il sì anche Tedino («se c’è in A perché no in B?»), Longo («molto utile»), Venturato («visto quanto serve alla A…»), e poi Calabro, Castorina e Grassadonia. Più freddini altri. D’Aversa: «Se può aiutare ben venga, ma ho visto pochi errori»; idem Corini («è giusto che sia in A: se gli arbitri sono d’accordo ben venga anche qui»), mentre Boscaglia, Gallo, Poche scie Vivarini concordano nel dire che «servirebbe solo in casi eccezionali».E i giocatori? Si va dal «per me non serve» di Granoche al sì totale di Pasqual: «Sono anche rappresentante dell’Aic che l’ha voluta in A, quindi dico sì anche in B». Il fronte del no lo rinforzano Nestorovski («con la Var il calcio perde emozione»), Cascione («così il calcio è più freddo. L’arbitro si deve assumere più responsabilità») e Troiano («gli arbitri non crescerebbero, invece sbagliando si impara»). Tra i favorevoli Iori («in A funziona ed evita polemiche»), Buzzegoli («sarebbe utile a tutti, ma temo che i costi…»), Casarini («così ci sarebbe meno differenza dalla A»), Defendi («il futuro è quello, con la Var non scappa nulla»), Frara («anche se rallenta un po’ il gioco»), Caracciolo («Se va bene in A, perché non averla anche in B?»), Mammarella e Poli. POCHI ROSSI E veniamo a quel clima più disteso che si respira in campo. I motivi? Tra i veterani Iori spiega: «Gli atteggiamenti sono diversi: gli arbitri sono più tolleranti e noi più attenti». Buzzegoli aggiunge che «gli arbitri sono più disposti al dialogo» e Defendi: «Il clima è cambiato, gli arbitri non sono più considerati il capro espiatorio». Casarini conferma: «Cerchiamo di migliorare i rapporti». Idem Cascione: «Vedo arbitri più sereni, che cercano collaborazione e noi cerchiamo di darla». Frara: «Accettiamo le decisioni, non è il caso di protestare sempre». Mammarella ha una tesi: «Non sempre i falli tattici sono sanzionati con il cartellino». Autocelebrazione per Poli: «C’è sempre tanto agonismo, ma noi ci comportiamo meglio». Ancora Troiano:« E’ cambiato il modo di arbitrare, si lascia correre di più e c’è un calcio più maschio, ma è giusto così».E Caracciolo: «Si gioca di più, si pensa a costruire gioco, e si picchia di meno: molto positivo». Granoche invece teme che «la tensione salirà alla fine», mentre due capitani scesi dalla A notano: «C’è una buona gestione da parte degli arbitri» secondo Pasqual, e «in B c’è più agonismo, ma per fortuna gli arbitrifanno giocare di più» per Nestorovski. […]”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.