Gazzetta dello Sport: “Juventus nei guai: «Nell’inchiesta Prisma indizi gravi e precisi»”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’inchiesta Prisma.

Altro che le nostre accuse. Le carte inviate dai magistrati di Torino hanno trasformato i primi processi sportivi sulle plusvalenze nella periferia della storia. Che ha un nuovo centro. Questo scrive il procuratore federale Giuseppe Chiné alla Corte d’Appello per motivare la sua richiesta di revocazione della sentenza che aveva portato all’assoluzione dei club e dei dirigenti deferiti. Ricordate la contestata tabella di Transfermarkt, il tentativo faticoso di trovare una valutazione oggettiva dei calciatori per dimostrare le plusvalenze fittizie e i bilanci taroccati? Tutto questo è stato «degradato a mero elemento di conforto del quadro probatorio attuale». Cioè, nelle 14mila pagine ricevute dagli inquirenti torinesi esistono «numerosi nuovi e ulteriori, indizi gravi precisi e concordanti idonei a modificare la decisione finale».

Solo una X Non conta più quindi il singolo momento, l’affare sospetto, il calciatore tizio o caio iper valutato ma un sistema. «Collaudato nel tempo dalla Juventus di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze». Il tutto «senza esborsi finanziari» con «scambi addirittura a prescindere dal soggetto da scambiare spesso neanche nominato se non con una semplice X». C’è anche una significativa intercettazione di Allegri: «Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve, cioè tu devi capire che il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze […] e quindi era un mercato del cazzo».

Il libro nero Le tre parole ripetutamente citate nel documento sono «sistemare i valori». Di qui la lunga serie di intercettazioni indicate. Come questa: «Ma tu pensa uno come Arthur, che per farti la plusvalenza Pjanic hai pagato 75 milioni, adesso ti ha, ti vale, ti deve anche andare sotto i ferri, cioè, era palese no? Che non fosse uno da quella cifra lì». O ancora: «Io farei un prestito con diritto alzando i valori». O quando Federico Cherubini dice a Stefano Bertola: «Fabio (Paratici, ndr ) ha fatto quello che gli hanno detto, arrivo a un certo punto, eh… io sono andato… mi ricordo che… sull’operazione Kulusevski, che io – non discuto dal punto di vista del calciatore – discuto nei numeri, è… cazzo siamo sicuri che sto… io ne parlavo, come dire, che poi io credo che il giocatore da un milione o da 2 magari può sfuggire, ma questo da 35 più bonus non credo possa sfuggire». Fino al cosiddetto “libro nero FP” con le iniziali riferite all’ex dirigente ora al Tottenham. Un documento rinvenuto dagli investigatori torinesi nell’ufficio di Cherubini e che parla di «utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali».