Gazzetta dello Sport: “Italia-Germania: sarà muro contro muro. Sognatori e «bastardi»: la nostra BBC è una garanzia”
“Il problema è che fra poco in Gran Bretagna potrebbero anche pensare di chiederci i diritti d’autore. Pensateci. Se una volta dire BBC – «British Broadcasting Corporation», l’ente radiotelevisivo britannico – significava una cosa sola: evocare l’informazione migliore possibile; in tempi invece in cui il calcio cannibalizza tutto, l’acronimo è scivolato sulle spalle scintillanti di Bale, Benzema e Cristiano (Ronaldo). Ma senza togliere nulla né ai colleghi d’Oltremanica né alle tre stelle del Real, questo Europeo ci sta raccontando che BBC qui in Francia significa una cosa sola: Barzagli, Bonucci e Chiellini, ovvero quella che a detta di tanti sarebbe la difesa più forte del mondo. NOI E LA STORIA Certo, la Germania di Neuer finora non ha subito neppure un gol, mentre gli azzurri hanno patito la beffa dell’irlandese Brady, ma sarebbe persino ingeneroso stare a sottolineare come, in quel match di stop per parecchi titolari, Chiellini e Buffon non avevano giocato. Su capitan Gigi – fatto «santo» a fine partita per acclamazione dallo stesso Chiellini – in fondo c’è poco da dire, visto che parliamo forse di un portiere in lizza per essere il più forte della storia del calcio moderno, ma sui tre «Bastardi Invincibili» sono gli osservatori stranieri a costruire un romanzo che sa un po’ di Sergio Leone («Il buono, il brutto e il cattivo») e molto di didattica del calcio ai tempi del riflusso (italiano). Occhio poi ai luoghi comuni. Non sempre le difese sono state impenetrabili. Se il Mondiale del 2006 è stato vinto subendo 2 sole reti in 7 partite, quello del 1982 fu agguantato subendone 6 sempre in 7 match. Andando più indietro nel tempo, invece, l’Italia si impose nel Mondiale del 1934 con 3 reti al passivo in 5 gare (quella con la Spagna fu ripetuta) e in quello del 1938 addirittura con 5 in 4 partite. Insomma, sul fronte della retroguardia andò meglio nell’Europeo vittorioso del 1968, visto che in tre match (la finale con la Jugoslavia fu rigiocata) subimmo un solo gol. Segno che per il momento la squadra di Conte si sta mantenendo quanto meno a livelli di eccellenza storici. IDEA LEO «Noi abbiamo da fare un doppio lavoro – ha spiegato Chiellini – che è quello di non subire gol e, nel frattempo, trasferire la nostra esperienza ai più giovani». L’età, d’altronde, per la BBC italiana non è più verdissima. Barzagli ha 35 anni, Chiellini quasi 32 e Bonucci 29, ma nessuno di loro si fa intimorire neppure da questo. «È una sigla che mi piace – ha affermato quest’ultimo, con piedi così dolci da poter quasi scalare in mediana in caso di emergenza contro la Germania (difficile però) –. E poi noi non cantiamo l’inno, lo viviamo. Siamo energia allo stato puro». L’euforia si sposa con la saggezza di Barzagli. «Piqué, Sergio Ramos, Hummels e Boateng sono più forti, ma noi in campo sappiamo aiutarci più di loro, e questo fa la differenza». Questo, e il «il santo» laico alle loro spalle, al secolo Buffon: «Non abbiamo vinto nulla – scrive – ma abbiamo ritrovato fiducia in noi stessi e riconquistato il rispetto degli altri». Il premio per l’espressione più bella però va di diritto a Bonucci, che descrive questa Italia così: «Siamo 23 sognatori». Proprio i tipi più pericolosi da affrontare”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.