Gazzetta dello Sport: “Ira di Conte sulla Lega, lascia dopo l’Europeo?”

“Antonio Conte è furibondo. Così furibondo da meditare l’addio alla Nazionale dopo l’Europeo. La goccia è stata la doppia decisione di ieri della Lega, vissuta come una mancanza di rispetto per un progetto tecnico andato a tratti oltre ogni previsione: piazzare la finale di Coppa Italia il 21 maggio (o il 22 se una delle finaliste è pure in finale di Europa League), cioè dopo la chiusura del campionato, e concedere lo stage dall’8 al 10 febbraio solo ai giocatori delle italiane che non partecipano alle coppe europee. Il c.t. aveva chiesto che la Coppa si esaurisse entro il 15 maggio, ultima giornata di Serie A, in modo da avere più tempo possibile per far riposare e poi radunare gli azzurri, e confidava di poter testare i prospetti di suo interesse senza limitazioni. Ieri i club non lo hanno accontentato e lui, in tutta risposta, ha annullato lo stage perché sarebbe inutile farlo – questo il suo ragionamento – a tali condizioni, e ha pure azzerato le vacanze per i convocati a Euro2016 impegnati nella finale di Coppa Italia. I rapporti tra i club e la Nazionale, storicamente complicati, si fanno pessimi a meno di cinque mesi dal via della rassegna francese. ESENZIONI È stato Adriano Galliani, vicepresidente di Lega e a.d. del Milan, a proporre lo stage di febbraio per gli atleti di 15 squadre su 20, quindi senza Juventus, Roma, Fiorentina, Lazio e Napoli, in lizza nella fase a eliminazione diretta di Champions ed Euroleague. L’ha spiegato lui stesso al termine dell’assemblea che ha ratificato la proposta del consiglio: «È passata una mia proposta. Siccome la settimana dopo lo stage ci sono le coppe, il c.t. preleverà da 15 società su 20. Ogni club ha 25 giocatori, credo che Conte abbia bisogno di provare i giocatori che vede meno. Mi sembra una soluzione pro Conte, io sono un suo ex corteggiatore». Non la pensa così il commissario tecnico. Nel suo piano d’avvicinamento all’Europeo, lo stage di febbraio sarebbe servito per provare una lunga serie di azzurrabili: Insigne, Berardi, Bernardeschi, Romagnoli, Jorginho, Cataldi, Sturaro, Zaza, Rugani, Baselli, Benassi. Quasi tutti sarebbero stati fuori uso, vista la militanza in club impegnati nelle coppe. Così Conte ha deciso di rinunciare allo stage: non avrebbe voluto fare esperimenti nelle amichevoli di lusso a marzo con Spagna e Germania, ma potrebbe essere costretto a mutare i programmi allargando le convocazioni ad alcuni di quelli presenti nella lista prostage. Non fosse così potrebbero rischiare di saltare l’Europeo talenti cristallini come Insigne, Berardi e Bernardeschi: per i primi due lo stage di febbraio sarebbe stato fondamentale per chiarire col c.t. anche quegli aspetti caratteriali che non erano piaciuti nell’ultima tornata di convocazioni; per Bernardeschi il test sarebbe stato puramente tecnico. PRECEDENTE Questa non è la prima polemica tra Conte e i club. Sin dal suo arrivo in Federazione, nell’estate 2014, si è subito capito che il suo attivismo, la sua voglia di fare l’allenatore e non semplicemente il selezionatore della Nazionale si sarebbero scontrati con l’antica ritrosia, specialmente dei grandi club, a concedere più spazi alla rappresentativa azzurra, in un calendario intasato. Già qualche mese dopo, a novembre, Conte si sfogò: «Mi aspettavo più partecipazione dai club. Dicono che bisogna cambiare ma poi ti giri e sei solo. L’Italia viene vista con fastidio». Quindi il battibecco con Massimiliano Allegri, suo successore sulla panchina della Juventus, durante l’incontro con i tecnici di Serie A, nel dicembre 2014 («perché non mi hai mai chiamato?», l’accusa del c.t.). Preludio al rifiuto di diverse società a concedere i propri giocatori per uno stage che si sarebbe dovuto tenere undici mesi fa e che, allora come stavolta, Conte ha cancellato per protesta. Adesso la situazione è ancor più grave perché stiamo vivendo la stagione che conduce all’Europeo: il c.t. si sente tradito, ritiene che non ci siano le condizioni per una collaborazione ampia con i club e sta seriamente riflettendo sul suo futuro. Il contratto in scadenza dopo l’Europeo era già in bilico, con le sirene di diverse squadre: ora l’addio alla Nazionale sembra sempre più probabile. QUI VIA ROSELLINI In Lega le decisioni di ieri sono maturate all’unanimità. Galliani ha proposto la soluzione dello stage per 15 club su 20 («non sono parte in causa, visto che il Milan non gioca le coppe, e penso che questa sia la scelta migliore per non penalizzare le italiane»). Tutti hanno apprezzato, a cominciare dalle squadre impegnate a febbraio in Champions ed Europa League. Il ragionamento è stato sintetizzato da Maurizio Beretta, presidente di Lega: «La Lega vuole dare il massimo supporto alla Nazionale ma deve anche tenere d’occhio il ranking Uefa che va nell’interesse di tutto il sistema del calcio italiano». Nessun grande Paese, viene fatto notare dalla Lega, contempla gli stage per le rappresentative nazionali. Quanto alla finale di Coppa Italia, «l’orientamento era obbligato», ha detto Beretta aggiungendo che «si è tenuto conto del calendario e di ciò che avviene nelle altre leghe». Circolava ieri in via Rosellini un prospetto con le date di questa stagione delle altre nazioni europee: in Spagna, Germania, Inghilterra, Francia e Portogallo il campionato termina nel weekend del 14-15 maggio e, come in Italia, la finale della coppa nazionale si disputa il 21 (il 22 in Portogallo); l’unica eccezione, ad alto livello, è il Belgio che anticipa la finale addirittura al 19 marzo ma termina il campionato più avanti, il 29 maggio”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.