Gazzetta dello Sport: “Inzaghi, tutto partì da Carpi. Ma ora può mandarlo in B”

“Piacenza­ Carpi, neanche cento chilometri. Simone Inzaghi, neanche 19 anni. Le distanze per fare il pendolare erano abbordabili. Toccava a turno a papà Giancarlo e mamma Marina imbarcarsi e accompagnare il figlio piccolo al Cabassi, fino alla patente. Il Piacenza lo aveva mandato in prestito, per Inzaghino fu la prima esperienza tra i professionisti, in C1: mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi il Carpi in Serie A, ancor meno di poterlo mandare in B con una vittoria della Lazio. «Aveva come punto di riferimento suo fratello Filippo». Chi parla è l’allenatore di Simone al Carpi, Gianni De Biasi, che ora guida l’Albania e come portiere all’Europeo avrà Berisha, che con Inzaghi fa panchina. GIALLOROSSO «Il fratello piccolo di Inzaghi regala alla Roma la vittoria». Gazzetta del 17 febbraio 1995, pagina 12, quella del Torneo di Viareggio. Si chiamava Coppa Carnevale, ma il regolamento ha sempre previsto i prestiti: la Roma avrebbe potuto schierare Totti ma era già in prima squadra, così per rinforzarsi e provare un giocatore guardò alla Serie C1. E a un giovanotto del Carpi. Strana la vita: se la Roma avesse deciso di prenderlo dopo quel Viareggio, Inzaghino non sarebbe mai diventato il miglior marcatore della storia della Lazio nelle competizioni Uefa, e oggi non ne sarebbe certo l’allenatore. Roma­Bayer Leverkusen, per la cronaca, finì 1­0, Inzaghi segnò al minuto 76, come il suo anno di nascita: pallonetto sul portiere tedesco, che non gli bastò per meritarsi un’altra occasione. VADO O NON VADO? «Era alla prima esperienza lontano da casa – ricorda De Biasi –. Un giocatore di buona qualità, ma ancora acerbo per il calcio dei grandi. Quell’anno, però, gli servì da esperienza. Come gli servì qualche calcio nel sedere…», Simone il campo lo vide poco: nove presenze in C1, nessun gol. Quelli, li segnò nei tre anni successivi, tra C2 e C1, Novara, Lumezzane e Brescello. Mamma e papà, Carpi­Lazio la vedranno a casa: Marina al piano terra, Giancarlo al primo piano, a meno che un amico non riesca a convincerlo ad andare fino a Modena. «Deciderò all’ultimo – dice –. Ma magari Simone fa un salto a casa per salutarci». Difficile, viste le ore contate e visto quanto conta Carpi­Lazio anche per quello che ai tempi del Viareggio era solo «il fratello piccolo di Inzaghi», bandiera laziale ma romanista mancato”.