Gazzetta dello Sport: “Intesa sui diritti tv e maxi-paracadute per chi retrocede. Il Palermo…”

La fumata bianca è arrivata dopo mesi di trattative e cinque assemblee di fila: i club di Serie A hanno trovato l’intesa sulla divisione dei proventi televisivi, la madre di tutte le battaglie di Lega. La delibera votata ieri, con 18 voti a favore e quelli contrari di Palermo (che potrebbe fare reclamo) e Chievo, è valida solo per la stagione in corso: un accordo-ponte, nel più classico degli epiloghi all’italiana, con la conseguenza che presto si riprenderà a litigare per gli anni futuri. La grande novità è rappresentata dal raddoppio del paracadute per chi retrocede in B. Il montepremi massimo era di 30 milioni nel 2014-15, adesso sarà di 60, ripartito in base all’anzianità di categoria: 25 milioni per chi ha militato in A per 3 stagioni nelle ultime 4; 15 milioni in caso di 2 stagioni in A nelle ultime 3 e 10 milioni con un anno su 3 nella massima categoria. Con un particolare: se avanza qualcosa dal montepremi, la squadra retrocessa con almeno 3 anni di anzianità in A potrà incassare il residuo in caso di permanenza in B nella seconda stagione. FATTORE-CHIAVE Il paracadute è stato il grimaldello per giungere al compromesso. A questo punto del campionato, con diverse squadre invischiate nella lotta per la salvezza, la preoccupazione maggiore è stata quella di salvaguardare chi retrocede. Spiega Claudio Fenucci, a.d. del Bologna: «L’accordo ha degli elementi positivi riguardo all’aumento del paracadute che dà stabilità ai club, riducendo il rischio sistemico da retrocessione. Penso sia opportuno che ci si metta al lavoro per una riforma dei criteri di distribuzione che premi di più il merito sportivo, coinvolgendo nelle valutazioni anche la Serie B». Una mano tesa, non a caso, alla Lega B, dopo che il suo presidente Andrea Abodi aveva criticato l’aumento del paracadute per le sperequazioni economiche tra chi scende alla A e il resto dei club cadetti. INTERESSI Le 14 medio-piccole, grazie al paracadute, hanno rinunciato all’idea iniziale che prevedeva una ripartizione più equa e meno sbilanciata sui bacini d’utenza. Le sei grandi (Juve, Milan, Inter, Napoli, Roma, Fiorentina) hanno ottenuto che una grossa fetta dei ricavi incrementali venga destinata a chi si piazzerà nelle prime dieci posizioni in classifica. I contratti tv sottoscritti per il ciclo 2015-18 sono aumentati del 20%, con un incasso annuo di 1,2 miliardi. Tolte la mutualità, le commissioni a Infront e altre spese, sono 986 i milioni da distribuire tra i club di A. Se sottraiamo i 60 del paracadute ne restano 926. Ecco come verranno suddivisi. MECCANISMO Fino a 809 milioni sono confermati i criteri del passato: 40% in parti uguali, 30% in base ai risultati (con una forte incidenza dello storico), 30% secondo i bacini d’utenza. I restanti 117 milioni, relativi ai ricavi incrementali, saranno spalmati così: il 40% (47 milioni) in parti uguali, il 60% alle prime dieci escluso il milione a testa che andrà dall’undicesima alla diciassettesima classificata. Chi terminerà la stagione nella parte sinistra della graduatoria si spartirà 63 milioni: le prime tre riceveranno a testa un premio di una decina di milioni. Tutte le società ci guadagneranno rispetto al passato, ma le grandi proporzionalmente di più. La Juve, cioè quella in testa al ranking dei ricavi, nel 2014-15 aveva incassato 94 milioni dai diritti tv della Serie A e quest’anno dovrebbe posizionarsi tra i 105 e i 110. Rimane invariato il contributo per chi partecipa all’Europa League: 375mila euro a club che verranno pagati in parti uguali da tutti gli altri. Da quest’anno l’Uefa destina un contributo alla Lega da proventi Champions: 800mila euro, suddivisi in parti uguali tra i club che non giocano la coppa“. Questo quanto riportato dall’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio