L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul mondo del calcio in ansia per Totò Schillaci.

Il mondo del calcio è in ansia per Totò Schillaci. Ieri si sono diffuse numerose voci sulle condizioni di salute dell’ex attaccante della Juventus e della Nazionale italiana. La famiglia ha scelto di chiarire la situazione con un messaggio su Instagram: «Viste le innumerevoli chiamate da parte di molte testate giornalistiche e viste le brutte notizie che circolano, informiamo che il nostro amato Totò è in condizioni stabili ed è controllato da un’equipe di medici continuamente, notte e giorno. Forza Totò». Questo messaggio ha portato un po’ di sollievo ai tanti tifosi che ancora oggi, nonostante il suo ritiro nel 1997, lo seguono con affetto, inclusi molti giovani che hanno scoperto le sue imprese grazie ai video su YouTube e in TV, ricordando i suoi “occhi spiritati” durante i Mondiali del 1990.

La malattia
Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Schillaci ha raccontato pubblicamente la sua battaglia contro il tumore al colon retto. Prima di partecipare a Pechino Express nel 2023, aveva spiegato in un’intervista a SportWeek come nel gennaio 2022 gli fosse stato diagnosticato il tumore e che era stato operato due volte. A gennaio 2023, si trovava alla clinica La Maddalena di Palermo, specializzata in cure oncologiche, proprio quando Matteo Messina Denaro fu arrestato nello stesso luogo. Dopo aver partecipato a Pechino Express come simbolo della sua lotta contro la malattia e la depressione, il cancro è purtroppo tornato a tormentarlo, portandolo al ricovero nel reparto di Pneumologia dell’Ospedale Civico di Palermo.

La carriera
La carriera di Schillaci è stata leggendaria, quasi una favola. Partito da una squadra di quartiere a Palermo, approdò al Messina nel 1982, dove contribuì a due promozioni. Nel 1989, fu acquistato dalla Juventus per sei miliardi di lire, dopo una brillante stagione in Serie B con il Messina. A Torino, nella sua prima stagione in Serie A, segnò quindici gol e vinse la Coppa Italia. Questo lo portò in Nazionale, dove inizialmente era la riserva di Gianluca Vialli.

Le “Notti Magiche”
Il punto più alto della carriera di Schillaci fu ai Mondiali del 1990, giocati in Italia. Grazie alle sue reti e al talento di Roberto Baggio, la squadra arrivò terza, perdendo solo in semifinale ai rigori contro l’Argentina di Maradona. Schillaci fu capocannoniere del torneo con sei gol e fu nominato miglior giocatore del Mondiale. Arrivò anche secondo al Pallone d’Oro 1990, dietro a Lothar Matthäus. Dopo l’esperienza alla Juventus, si trasferì all’Inter per otto miliardi e mezzo di lire, ma il meglio della sua carriera era già passato. Concluse la sua carriera in Giappone, al Júbilo Iwata.

Passione per il calcio
Anche dopo il ritiro, il calcio è rimasto la sua passione. Ha fondato un centro sportivo a Palermo, il “Louis Ribolla”, per allenare i giovani, ed è stato direttore tecnico di una squadra dilettantistica. Oltre a Pechino Express, ha partecipato a L’Isola dei Famosi e Back to School, ha avuto esperienze come attore e si è dedicato brevemente alla politica. Ora, Totò Schillaci sta lottando per la sua vita, e tutto il mondo del calcio italiano è con lui.