“Più che un ritiro «punitivo» è un ritiro «riparatore»: d’accordo, è il più lungo della storia dopo un punto in otto gare, tre settimane continue manco fosse il Catania di Luciano Gaucci spedito nelle locande di Atri agli inizi degli anni Duemila, ma quaggiù all’hotel Mancini Park di Roma hanno spostato le lancette di tre mesi.Perché il ritiro precampionato i giallazzurri non l’hanno mai fatto davvero: a scandire l’estate, solo una tournée in Canada e una sfilza di suggestioni di mercato da far perdere la testa. Lucas Perez, Lapadula, Ola Aina, Bjarnason e i loro gran rifiuti hanno lasciato il posto, con tutto il rispetto, a Ciofani, a Perica, a Chibsah e a Hallfredsson. E proprio domenica, in coincidenza con l’equilibrio ritrovato attorno al nuovo modulo 3-4-2-1, comincia il vero campionato dei ciociari con lo scontro diretto con l’Empoli: «Io un ritiro così lungo non l’ho mai fatto in 20 anni di carriera», ammette il consulente di mercato Stefano Capozucca. E il tecnico Moreno Longo guarda oltre, tanto ormai qui ha trasferito la residenza: «Ma la squadra ha ritrovato un’anima forte e, in questo ritiro, ci sta dentro con la voglia di finirlo al più presto con una vittoria».
ATTESA INFINITA Sfilano gli umanissimi eroi di Ciociaria tra i viali del centro sportivo a sud di Roma. Le sedute da 20 giorni sfuggono all’ordinario: sono durissime. E per affrontarle i «leoni» giallazzurri creano ogni volta delle mischie a centrocampo in stile rugby per urlare e caricarsi. Il più talentuoso, Camillo Ciano, vince ogni giorno con Danilo Soddimo la gara dei tiri in porta a ripetizione orchestrata direttamente da Longo: stop e calcio. Chi sbaglia, è fuori. E proprio il taciturno Camillo ammazza il tempo fuori dal campo con massicce dosi di PlayStation («È l’unica cosa che puoi fare»), accanto al compagno di stanza Raffaele Maiello: due «fratelli» cresciuti nel vivaio del Napoli, giustizieri del Palermo nell’ultima finale playoff di B e decisi a mandare al tappeto domenica anche i toscani. A fine giornata, tutti in piscina: scarico e relax, aspettando il domani.
ECCO CAMPBELL Il d.s. Marco Giannitti dà pacche sulle spalle ai suoi ragazzi per tenerli su di giri. Una in particolare l’ha data ieri a Joel Campbell, appena rientrato dalla Costarica e col viso un po’ assonnato per il jet lag: si riprenderà in fretta, assicura il dirigente. Poi, in fondo ad un giovedì non banale, arriva lui, Longo, elettrico come sempre, che pare un vino frizzante compresso in bottiglia pronto a sgorgare furiosamente al fischio d’inizio insieme al gruppo. Aveva detto, prima della sfida col Toro: «È giusto che resti io sulla panchina del Frosinone».Ieri lo ha ribadito: «Cercherò di trasmettere la mia positività fino alla fine del campionato. Ora sono concentrato sull’Empoli: dovremo togliere loro le certezze di palleggio e sorprenderli».
IL GOL MATURO Già, sorprenderli. Ma come? Il Frosinone è senza bomber, Longo dovrà inventarselo per sopravvivere. Senza quel Lucas Perez che probabilmente non avrebbe fallito le occasioni di Torino per rimettere in carreggiata i ciociari, il tecnico attaccherà con Ciofani sostenuto da Ciano e Campbell e con lo spauracchio Vloet arma tattica in corso d’opera. La filosofia ciociara è sintetizzata in tre punti da Capozucca. Ed è già il manifesto del ritiro: «Abbiamo tre possibilità. Perdere con Empoli, Spal, Parma e Fiorentina e rifare l’ultimo torneo del Benevento; fare qualche punto e salvare la dignità; oppure vincerne tre e rilanciarci in attesa di gennaio, quando cederemo sei giocatori e prenderemo due elementi di peso». Capito? Molinaro e compagni hanno recepito il messaggio e servono subito un assist ai tifosi: dopo tre settimane di questa clausura, dove tutto si fa a partire da mezzogiorno (per abituare la squadra al lunch-match dello Stirpe), non c’è più nulla che possa spaventare il Frosinone”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de la “Gazzetta dello Sport” sul ritiro del Frosinone.