L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” svela un retroscena sulla Cremonese. La delusione è forte ed è evidente. L’ha manifestata ai suoi collaboratori e – con toni ben più marcati – ai dirigenti della Cremonese. Il cavalier Giovanni Arvedi, dopo quasi 13 anni, vuole lasciare. Motivo? I pessimi risultati a fronte di corposi investimenti. Nel 2007 aveva rilevato una società sull’orlo del fallimento. A Cremona è un benefattore e anche questa iniziativa l’ha fatto entrare nel cuore della gente. In vari settori, in questi anni, Arvedi ha fatto investimenti che stanno dando lustro alla città. Lui che con la sua acciaieria alle porte di Cremona si è costruito un impero, dando lavoro a migliaia di persone, ha voluto restituire la sua ricchezza a chi aveva contribuito a realizzarla. E l’operazione-Cremonese, sollecitata a suo tempo dalle istituzioni, rientrava in questa ottica. Ma non sono arrivati i risultati sperati. In questi 13 anni la Cremonese è diventata una società modello, con un centro sportivo d’avanguardia, uno stadio rinnovato e un settore giovanile di alto livello, ma la squadra ha vinto solo un campionato (la C nel 201617, peraltro dopo il suicidio dell’Alessandria) e oggi, dopo investimenti pazzeschi, rischia forte la retrocessione. Da qui la voglia di lasciare, che riporterebbe il club nell’incertezza. E che farebbe perdere al calcio italiano uno degli investitori più generosi dell’era moderna.