Il pari subito a tempo scaduto dal Bari brucia ancora al Palermo. Stellone ha subito dato nuova linfa alla squadra che per tutta la gara ha combattuto e provato a recuperare tutti i palloni. Durante il match il tecnico ha più volte cambiato abito alla sua squadra che ha reagito bene. Contro la Ternana potrebbe esserci anche un nuovo modulo, ma Stellone dovrà anche fare i conti con l’assenza di Struna. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Gazzetta dello Sport”:
“Il risultato finale non ha segnato l’inversione di tendenza. Il pareggio all’ultimo minuto del Bari ha ricordato molte altre partite della gestione Tedino nelle quali il Palermo si è fatto rimontare al fotofinish. Nella sostanza, però, il passaggio a Stellone ha fornito un’idea di cambiamento. Di certo non si poteva pretendere che in 48 ore il tecnico romano potesse eliminare tutti i problemi della squadra. Per esserci stato davvero poco tempo l’impatto della nuova guida non è passato inosservato: in campo si è vista una formazione grintosa e combattiva come non accadeva, forse, dal match vinto con il Frosinone, un aspetto che, contrariamente al passato, è durato per tutta la gara.
IMPATTO OK Poi c’è il gioco che è apparso concreto, essenziale, ma anche efficace come aveva anticipato lo stesso Stellone al suo arrivo: pochi ricami, molte verticalizzazioni, anche con lanci dalle retrovie e maggiori conclusioni verso la porta avversaria. Poche e semplici regole che i giocatori hanno assimilato e riprodotto in partita, a testimonianza che l’ingresso del nuovo allenatore è stato efficace. Di sicuro contro il Bari non si è visto il Palermo smarrito e timoroso delle ultime apparizioni. Idee chiare e approccio positivo con il gruppo, Stellone in questo è stato bravo. E con qualche giorno in più a disposizione in vista della gara di Terni potrà affinare meglio qualche meccanismo indispensabile per la ricerca disperata della promozione diretta in Serie A che deve passare necessariamente dal conquistare 9 punti nelle prossime tre sfide. Se c’è qualcosa che ha convinto di meno è
l’utilizzo di alcuni uomini in certe zone del campo.
MODULO Stellone è partito subito con il sistema che preferisce: il 4-4-2 che può anche variare in corso di gara in un 4-3-1-2, o in 4-3-3. Se da un lato è stato positivo il rilancio di Rolando sull’out di sinistra, Gnahoré sul versante opposto, invece, non si è mostrato di sicuro a proprio agio. Anche per Rispoli e Aleesami arretrati a terzini, se il norvegese è riuscito a svolgere il compito difensivo in modo ordinato, non si può dire lo stesso per il campano. Basta vedere come ha sofferto Floro Flores sulla sponda di testa per il gol di Nenè. Rinunciare, inoltre, alla spinta sulla fascia e dai cross di Rispoli potrebbe essere un lusso di troppo. Partendo 10 metri più indietro non è nelle condizioni di incidere come quando agisce da esterno: i 6 gol e i 5 assist realizzati parlano chiaro.
DIFESA A QUATTRO E qui viene chiamato in causa il modulo, un sistema che, per come è stata costruita questa squadra fin dalla scorsa stagione, il Palermo ha sempre sofferto. Anche Tedino aveva iniziato con la difesa a quattro, ma poi ha dovuto ripiegare sul 3-5-2. In effetti, quando i rosanerosono stati disposti con i quattro difensori, non hanno mai vinto: pareggi contro Parma e Frosinone e sconfitta con il Novara all’andata, pari con Pro Vercelli e Cittadella nel girone di ritorno. E’ vero che l’emergenza in difesa dilaga, adesso si è aggiunta la defezione di Struna oltre a quella di Bellusci, ma in compenso sono rientrati Dawidiwicz e Szyminski. Riflessioni utili in chiave Ternana”.