Gazzetta dello Sport: “Il Premier match point: Ranieri, un pirata a Old Trafford. Vincere in casa dello United vale la conquista del primo storico titolo del Leicester”

“L’ Inghilterra è grigia, Leicester è blu. Già la diversità cromatica spiega la grandezza dell’impresa che stanno realizzando le Foxes, a tre punti dalla matematica conquista del primo titolo assoluto: se vincono oggi all’Old Trafford, in casa del Manchester United, è fatta. Altrimenti bisogna avere fede e attendere domani sera il risultato di Chelsea­Tottenham: un eventuale k.o. degli Spurs allo Stamford Bridge, dove il club di Pochettino non fa il colpo da 25 anni, consentirebbe al Leicester di diventare campione in poltrona. IL MONDO L’attesa è mondiale. È incredibile quello che sta accadendo attorno a questa squadra e al suo allenatore, l’italiano Claudio Ranieri, capace di realizzare il capolavoro della carriera dopo 30 anni di panchina. Da Lamezia Terme a Leicester, passando per Cagliari, Napoli, Fiorentina, Parma, Juventus, Roma, Inter, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, Monaco e nazionale greca. A Lamezia Terme introdusse la zona e parlò di psicologia applicata allo sport: niente male per un tecnico al quale è stata appiccicata l’etichetta di conservatore. A Leicester lavora con i droni e un team di analisti che produce dati a ritmo impressionante. Ma tra droni e psicologia, il filo conduttore è sempre il concetto della normalità, un mantra per tenere i piedi a terra, mentre il New York Times definisce l’impresa del Leicester «forse la più grande nello sport di tutti i tempi», il Guardian titola «il genio gentile di Ranieri», il Times scrive «finora l’unica cosa che Ranieri ha vinto è il rispetto» e il Financial Times compie un’escursione nel calcio parlando del «genio di un uomo gentile e di principi». RANIERI Il mondo intorno a Ranieri è una polveriera. Leicester, tra monumenti con le sciarpe delle Foxes, la cattedrale colorata di blu e foto giganti dei giocatori nelle strade, è presa d’assalto da reporter di tutto il pianeta. L’allenatore italiano è cercato da nuovi sponsor, tirato per la giacca da organizzatori di eventi e presta il nome ai nuovi neonati della città come il figlio di Lindsay e Jack Hill, ma lui non schioda dalle sue posizioni: «Non è ancora fatta». Neppure la domanda se stia vivendo la vigilia più pesante di trent’anni di carriera lo scuote: «È tutto assolutamente normale. Io sono fatto così ed è la mia forza. Stasera (ieri, ndr) dopo cena guarderò la tv. Dormirò tranquillo e mi alzerò con lo stesso spirito dei giorni delle partite». Il blu di Leicester lo sta avvolgendo con leggerezza: «Ho visto un murale che stanno dipingendo con la mia immagine. Sono cose belle. Mi inorgoglisce sapere che i giornali di tutto il mondo dedichino i titoli a noi, ma io non voglio fermarmi qui: mi auguro che questa sia solo la prima stagione di un ciclo importante». IL VIAGGIO La normalità è rispettare i rituali di sempre. La squadra ha lasciato Leicester alle 14 di ieri, salutata nel piazzale dello stadio da cinquanta tifosi. Lungo il viaggio verso Manchester, con Ranieri seduto al primo posto del pullman, atmosfera rilassata. Il gruppetto Mahrez, Kanté, Okazaki e Inler – come le barzellette, un algerino, un francese, un giapponese e uno svizzero – a divertirsi con il solito game, gli altri a parlottare e ad ascoltare musica, la merenda alle 15. Il Leicester è sbarcato alle porte di Manchester alle 16. L’hotel, con vista sul campo da golf, è lo stesso che ha ospitato le Foxes prima del match in casa del Manchester City, gara­chiave della stagione. Paolo Benetti, braccio destro di Ranieri, racconta: «Il 3­1 sul campo del City ha cambiato la considerazione nei nostri confronti. Fino a quel giorno eravamo visti come una meteora. Da allora le squadre ci hanno affrontato come se fossimo una grande». OLD TRAFFORD Lo stadio più popoloso della Premier, l’Old Trafford, è il teatro del grande sogno. Saranno in 75 mila, tra i quali i 3.150 fortunati fan del Leicester che sono riusciti ad acquistare il biglietto. I bagarini stanno facendo affari d’oro: vendono i ticket a cifre folli, anche 10 mila sterline. Contro la squadra di Van Gaal, Ranieri schiererà la stessa formazione di partenza utilizzata contro lo Swansea: Schlupp esterno d’attacco a sinistra, Ulloa centravanti. «Peccato non avere Vardy. Meritava di giocare una gara come questa e la sua velocità ci avrebbe fatto comodo, ma Ulloa contro lo Swansea è stato grandissimo e io sono contento così», racconta Ranieri. Il Manchester United è costato 328,5 milioni di sterline, 10 volte il Leicester: solo 31 milioni. Van Gaal ribatte: «È facile acquistare i calciatori per il Leicester, molto più difficile trovare i giocatori adatti allo United». Ranieri sta però dimostrando il contrario: essere campioni non è solo una questione di prezzo. Fame, dedizione, spirito di gruppo, orgoglio: queste cose non le vende nessun mercato, ma sono il vero tesoro del Leicester”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio