L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo che si gode Mancuso.
Arma tattica, variabile indipendente. Leonardo Mancuso sta studiando da mina vagante dell’attacco di Corini. Nel Palermo (ieri al via la seconda parte del ritiro a Pinzolo) l’attaccante arrivato in prestito dal Monza, oltre a portare esperienza e qualità, dovrà anche conferire gol e imprevedibilità. Anche lui fa parte di quella truppa di specialisti in promozioni reclutata in estate.
Soltanto nel reparto avanzato il Palermo potrà contare anche su Insigne, oltre a Mancuso che punta a rifiorire dopo l’annata in chiaro scuro vissuta a Como, dove non è andato oltre i 6 gol, magari per rinverdire i fasti di Empoli con quella cavalcata verso la Serie A sulla quale mise un grande firma con 20 reti, non più tardi di tre stagioni fa. Meno eclatante sotto il profilo personale, ma ugualmente importante la promozione ottenuta l’anno successivo nei 6 mesi con il Monza.
Origini Un palmares che certifica che se c’è da vincere sa come si fa. Il Palermo intende provarci e per questo Mancuso non ci ha pensato un attimo quando è arrivata la chiamata. Anche per le sue origini siciliane (nonno della provincia di Messina) che potrebbero fare la differenza nelle motivazioni. L’attaccante milanese è tornato anche per mettere radici. Fin dai primi giorni della preparazione a Ronzone si è vista una certa caparbietà nel mettersi in mostra