L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato il momento di crisi del Palermo. Ecco quanto si legge:
“Il gol di Di Carmine che ha dato la vittoria al Perugia al fotofinish ha chiuso il cerchio. L’oggetto del desiderio del Palermo, in estate e a gennaio, che punisce chi lo ha cercato invano è la nemesi di un mercato che non ha funzionato. Perché il Palermo non sa più segnare. Nel girone di ritorno il bilancio parla di 3 reti in 5 partite, meno della metà di quelle messe asegno nelle prime cinque gare della stagione quando i rosanero ne realizzarono ben 7. Un andamento che ha avuto una ricaduta preoccupante sulla classifica, dal momento che i rosanero nelle prime cinque gare dell’andata avevano totalizzato 9 punti, mentre un girone dopo non hanno conquistati appena 4. Cinque punti in meno che aumentano le perplessità sull’operato al mercato di gennaio, dove il club ha cercato fino all’ultimo Di Carmine, consapevole, quindi, che il solo Moreo non sarebbe bastato. NUMERI NOTI Perché nonostante il gran campionato fino al giro di boa, c’erano dei numeri che dovevano far riflettere, quelli dei gol del reparto avanzato dove a parte Nestorovski con 10 reti, per il resto c’era il deserto: Trajkovski fermo a quota 3, Coronado con due 2 reti, senza dimenticare La Gumina ed Embalo fermi a 1. E visto che il giocatore della Guinea Bissau alla fine è stato venduto al Brescia, bisognava fare un ragionamento ben preciso su La Gumina e Balogh. Cioè se l’attaccante palermitano era da considerare ancora un elemento su cui puntare e se l’ungherese potesse essere utile in B. Se La Gumina è una risorsa, allora dovrebbe giocare con più continuità, visto che Moreo non è un vero e proprio bomber e che Nestorovski sta vivendo un momento di appannamento come la scorsa stagione. Visto che si era avvertita la necessità di arrivare ad un attaccante di categoria come Di Carmine, allora si sarebbe dovuto mandare a giocare altrove La Gumina e Balogh per creare spazio a un centravanti di peso. Pensare di continuare a vivere solamente con le reti dei centrocampisti, per quanto utili e importanti, era pura utopia. Empoli e Frosinone vivono dei gol dei loro centravanti e sono due coppie di categoria, per di più italiani. […]”.