“Non c’è trucco, non c’è inganno in questa storia. Ma tre momenti diversi che produrranno un risultato finale: la sanzione definitiva per Gonzalo Higuain. C’era il referto di Massimiliano Irrati, l’arbitro che lo ha espulso e ne ha raccolto le espressioni ingiuriose (di che tenore?) e l’atteggiamento irriguardoso (non violento) della «lieve pressione esercitata sul petto»; c’è stata l’interpretazione di Gianpaolo Tosel, il giudice sportivo che ha sanzionato il comportamento dell’attaccante argentino con 4 giornate di squalifica e 20mila euro di multa (comminata per l’atteggiamento aggressivo verso Felipe); ci sarà la versione di Mattia Grassani, il famoso legale cui il Napoli si è affidato per il ricorso in Corte sportiva d’appello, con l’ambizione di dimezzare la squalifica di Higuain (e cancellare il turno dato a Sarri). O almeno di grattare via una partita, consentendo al centravanti di affrontare la Roma, in quello che si profila come uno scontro diretto per il 2° posto, cioè l’accesso diretto alla Champions (con i milioni di euro che comporta). NEL MIRINO La versione di Tosel è già nella storia, tribolata, di questa stagione. De Laurentiis è furibondo con il giudice sportivo. Il tranello, davvero sleale, dell’intervista radiofonica in cui ieri, poco prima di dare alle stampe il comunicato, Tosel è caduto, sarà nel caso materia per la Commissione di garanzia della giustizia sportiva: organo federale che nel 2008 stilò un regolamento disciplinare che all’articolo 2, lettera b, impone ai suoi componenti l’obbligo di riservatezza «… in ordine a fatti di possibile rilevanza ai fini della giustizia sportiva…». La sua violazione, se accertata (ma il soggetto deve essere prima deferito dalla Procura federale poi giudicato dalla Commissione), può far scattare un provvedimento disciplinare, che va dal minimo dell’ammonizione al massimo della destituzione del soggetto coinvolto. Va detto che raramente in passato si è arrivati a tanto, e mai per componenti così importanti come il giudice sportivo della Serie A. E poi Tosel non ha mai divulgato alla stampa il contenuto né l’entità delle sue sanzioni, ma «solo – ha ammesso – aspetti tecnici». NEL MERITO Il Napoli, per ora, è più interessato a smontare i suoi provvedimenti. Per togliere il turno di squalifica a Sarri («per avere, al 27’ del primo tempo – scrive il giudice – contestato platealmente l’operato degli Ufficiali di gara rivolgendo loro reiteratamente espressioni ingiuriose…»), venerdì Grassani proverà a derubricare le espressioni «ingiuriose» in «irriguardose» (l’assistente che lo ha pizzicato ha riferito di un «vi dovete vergognare» pronunciato nel caos): ma sarà dura, il tecnico è recidivo. Più lunghi i tempi («Tra mercoledì e venerdì della prossima settimana», ipotizza l’avvocato bolognese) e più complessa la faccenda Higuain. La linea difensiva del Napoli però è già chiara: posto, come ha scritto Tosel applicando il codice di giustizia, che delle 4 giornate di squalifica una è di default (per la doppia ammonizione), due sono per l’«espressione ingiuriosa», una per l’«atteggiamento irriguardoso» tenuto con Irrati «fronteggiandolo e ponendogli entrambe le mani sul petto», Grassani ha due strade per provare a ridurre la sanzione in appello. La prima: dimostrare con l’ausilio del fermo immagine che nel momento in cui Higuain appoggia le mani su Irrati, la sua testa è in linea con il corpo, mentre quella del direttore di gara è protesa in avanti. Il che dimostrerebbe che il centravanti ha voluto quasi proteggersi, o impedire uno scontro frontale. La seconda: verificare dalla lettura del referto arbitrale l’effettivo tenore dell’ingiuria, se sia stata una parolaccia vera o propria o se piuttosto, come confida il Napoli, non sia stato qualcosa di più vicino all’espressione irriguardosa, del tipo «sei scandaloso». Se Grassani facesse l’en plein, la squalifica potrebbe essere dimezzata. Con un obiettivo centrato su due, scenderebbe a tre turni. Quanto margine di manovra avrà, il legale lo scoprirà oggi, dopo aver ricevuto gli atti. E quindi dipende ancora molto da cosa ha scritto il signor Irrati”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.