L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” analizza il match vinto dal Milan ieri al “Barbera” contro il Palermo. Ecco quanto si legge: “Come la Juve ha ripreso a volare affidandosi alla sicurezza del 3-5-2, così il Milan s’è rimesso a correre semplicemente recuperando un 4-4-2 vintage, forse, ma ordinato ed efficace: tanto alla fine Bacca la mette dentro e risolve metà dei problemi. Anche contro il Palermo il colombiano non perdona, come un cow-boy spietato di Tarantino: gol alla prima palla. Se poi Goldaniga regala gentilmente il più inutile dei rigori a Niang, esatto: la partita finisce in cassaforte in poco più di mezzora, 0-2 e non c’è neanche da dannarsi. Tanto l’elettroencefalogramma del Palermo è piatto. Totalmente piatto. Insomma, s’è capito, non è l’esame da grandi che ci si aspettava dopo il derby – imbarazzante la facilità con la quale sono arrivati i tre punti – e le interrogazioni più serie sono rimandate ad altra data. Ma è la classifica quella che conta. Vincono le prime, sì, ma dietro Empoli, Sassuolo e Lazio stanno rif i a t a n d o e Mihajlovic comincia a vedere l’Europa. Invece Schelotto potrebbe cominciare a preoccuparsi: alle sue spalle non si sono arresi. SFIDA TATTICA E forse il tecnico argentino ci mette un po’ del suo in questa sconfitta: con la comprensibile voglia di studiare, aggiustare la scacchiera tattica e sorprendere. Dopo neanche dieci minuti, infatti, il 4-3-3 degli ultimi turni – interpretato molto liberamente da Vazquez, più trequartista che esterno – si trasforma in un 4-2-3-1 più nobile ma alla lunga meno utile. L’idea del tecnico argentino è chiara: liberare il fantasista dalle cure di Kucka, che ha l’evidente compito di aggredirlo quando la sua manovra passa dal centro, lasciandolo più tranquillo tra le linee. Solo che così le distanze del Palermo si allungano. Hiljemark, l’unico che colleghi le gambe al cervello, deve allargarsi, e il centrocampo s’impoverisce terribilmente: Jajalo e Chochev, trovateci un regista tra i due per favore, non possono reggere il confronto con Kucka-Montolivo, quanto meno per mestiere. Ma non è tutto. Mihajlovic risponde accentrando a turno Honda e Bonaventura, così da creare superiorità in mezzo e liberare le fasce per le sovrapposizioni di Abate e Antonelli. Per una volta la tattica conta più dei singoli. GOL E CLASSIFICA Guarda caso il primo gol (19’) è una discesa di Abate che incrocia al centro: Niang, in qualche modo, risucchia Goldaniga e Bacca neanche «vede» Struna. Sorrentino i miracoli li fa, non però gli straordinari. E anche il 2-0 comunque arriva dall’entrata dall’altro lato di Antonelli che, contro Struna, sembra CR7 per come s’infila: dalla respinta nasce il rigore per lo sciagurato braccio di Goldaniga che aveva il tempo per tagliarsi i baffi mentre rinviava. E due al 33’. Game over. I rossoneri conquistano così piccoli record che non cambiano la vita ma danno la carica: due gare di fila senza prendere gol (non succedeva da un anno); due vittorie di fila (l’ultima volta risale a novembre); due gol in due partite per Niang (prima volta); quarta partita con gol per Bacca (come sopra). Sono 19 punti nelle ultime 10 giornate. E non sembra l’Udinese, attesa domenica a San Siro, la squadra che potrà interrompere la sfilata positiva. Occhio alla classifica: Napoli e Juve allungano ancora, ma ormai sembra ci siano quattro in ballo per tre posti nelle coppe. Il Milan è ultimo, al momento: oltre a potersi probabilmente giocare una finale di Coppa Italia (con posto in Europa League se vince), corre più di Inter, Fiorentina e, forse, Roma. AHI AHI PALERMO! Il Palermo è invece messo male. Dall’arrivo di Schelotto è stata tutta una discesa: successo con l’Udinese, pari con il Carpi e sconfitta con il Milan che delle tre è la più difficile, sì, ma affrontata nel peggiore dei modi. Non c’è reazione allo svantaggio (una volta sotto il Palermo non è mai riuscito a vincere), non c’è grinta, il pressing è appena accennato e la manovra si sviluppa per iniziativa dei singoli. I limiti difensivi sono evidenti e Sorrentino non potrà sempre nasconderli, le «follie» di Goldaniga preoccupanti. Urge un play perché Jajalo non lo è (Cristante?) e soprattutto chiarire la situazione Vazquez: che così, un po’ indolente e sempre lontano dall’area, può fare tutti dribbling che vuole, e ricevere altrettanti falli, tanto non è mai pericoloso. Poi è anche vero che non c’è più Dybala accanto, ma pensare di essere salvi sarebbe un bel guaio”.