L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Messina e Raciti verso le dimissioni a pochi giorni dallo scontro salvezza ai playout contro il Gelbison.
Inizia come peggio non poteva, il percorso che sfocerà nell’ultimo atto stagionale del Messina. La prima settimana di allenamenti in vista dell’andata dei playout contro la Gelbison (in programma sabato 6 maggio), scattata ieri dopo due giorni di sosta e a seguito del pari carico di rimpianti ottenuto dai giallorossi a Taranto nell’ultimo turno di campionato, è cominciata nel caos totale.
Ezio Raciti, il tecnico che ha messo in fila 30 punti in 18 gare, ereditando lo scorso gennaio una situazione drammatica (i giallorossi erano ultimi con la miseria di 11 punti in 20 partite) ha comunicato, seppur informalmente, la sua intenzione di rassegnare le dimissioni oggi. Il motivo? Pare che il tecnico non abbia digerito le critiche – ingenerose, dal suo punto di vista – per non aver centrato la salvezza diretta. La vicenda, in realtà, è assai più nebulosa, per non dire contorta, di quanto possa apparire a primo impatto. Già, perché l’allenatore, a dirla tutta, ieri non avrebbe avuto alcun tipo di confronto con il presidente Pietro Sciotto: le sue esternazioni – e quindi la sua intenzione di abbandonare la nave – le avrebbe, insomma, manifestate ad alcuni dirigenti giallorossi – tra cui il dg Manfredi e il ds Logiudice – ma non direttamente al patron.
E Sciotto, appunto, raggiunto ieri telefonicamente dalla Gazzetta, lo ha dichiarato senza mezzi termini: «Io non parlo con Raciti da giorni. Non ho avuto alcun tipo di contatto con lui né prima, né soprattutto dopo la sfida di Taranto. E ancora, a dirla tutta, non mi sono nemmeno ripreso da quella partita, perché non aver raggiunto la salvezza diretta è stato per me un grande dispiacere, come se mi fosse caduto il mondo addosso. Ora ci toccherà soffrire fino alla fine».