“La prima volta non si scorda mai: vale per il primo amore, per il primo bacio, per il primo giorno di scuola. E per un calciatore vale sicuramente per l’esordio in Serie A. La prima volta di Giuseppe Bellusci in A fu proprio un Ascoli-Palermo di oltre 10 anni fa. Stagione 20062007, stadio Cinoe Lillo Del Duca, terz’ultima di campionato col Palermo in lotta per un posto in Champions League e l’Ascoli già retrocesso. Sulla panchina rosanera c’era la coppia GobboPergolizzi che un paio di settimane prima aveva rilevato Guidolin. Bellusci, allora 17 anni, venne mandato in campo da Sonetti dopo appena 4 minuti di gioco, al posto di Gigi Di Biagio che si era fatto subitomale. Bellusci dovette vedersela con Di Michele ei l polacco Matusiak. E per essere la sua prima volta tra i grandi non se la cavò affatto male. Alla fine vinsero i marchigiani per 3-2, in rimonta con doppietta del russo Budjanskij e gol di Paolucci. Gobbo e Pergolizzi vennero esonerati e Zamparini richiamò Guidolin. Quella fu l’ultima stagione dell’Ascoli in A. RITORNO DA EX Oggi pomeriggio il difensore di Trebisacce tornerà al Del Duca, dove giocherà lo stesso incontro a distanza di 10 anni e dopo oltre 200 partite da professionista, ma da avversario e da favorito col Palermo, almeno stando ai bookmakers. Con la maglia bianconera dell’Ascoli, Bellusci in 3 anni ha messo assieme in totale 39 presenze, giocando da titolare (a 19 anni) un campionato intero di B. Da lì il passaggio al Catania, prima di provare l’avventura in Inghilterra con i Leeds e rientrare in Italia, a Empoli. Il Palermo lo ha preso a parametro zero,vincendo la concorrenza di diverse squadre di A e B. Bellusci ha subito ricevuto la fiducia di Tedino, che l’ha schierato immediatamente, contro la Virtus Francavilla in Coppa Italia, nonostante avesse di fatto saltato per intero il ritiro di Bad Kleinkirchheim. Una fiducia concessagli non solo in virtù dell’esperienza e delle capacità tecniche ma anche per la spiccata personalità. Se il Palermo nelle ultime settimane sembra essersi calato in quasi tutti i suoi elementi nella dura realtà della B, il merito è sì dello staff tecnico ma pure dei giocatori più scafati, come Bellusci. […]”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.