L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” parla del 2019 del Palermo che va in archivio. Un anno che ha visto cambi di proprietà, doppi salti all’indietro di categoria e, soprattutto – scrive il quotidiano -, la morte e la rinascita di una società. Tutto è iniziato con un Palermo inglese, zero soldi e due mesi di aria fritta. Poi Foschi presidente, l’accordo con l’azienda pubblicitaria di Mirri per evitare la penalizzazione e Stellone in panchina che si stava giocando la serie A. Poi ancora l’esonero del tecnico romano e l’arrivo di Delio Rossi. Sembrava ad un passo l’accordo con York Capital – prosegue il quotidiano -, ma tutto è saltato e alla fine il Palermo è passato nella mani di Arkus Network. Tuttolomondo, Lucchesi e Albanese si presentano ma i tribunali federali mandano in C il Palermo. Poi il dietrofront, il club salva la categoria, ma Arkus non mette i soldi per l’iscrizione al campionato cadetto. Il 12 luglio la FIGC estromette il Palermo dal professionismo e il sindaco Orlando prepara il bando per l’assegnazione del titolo sportivo. Dario Mirri è il nuovo presidente e parla di rottura con il passato. In realtà però, arrivano l’amministratore delegato Sagramola e il tecnico campione con la Primavera Pergolizzi. L’inizio del campionato di serie D – conclude il quotidiano – è da favola, ma le frenate contro le rivali storiche come Acireale e Savoia hanno fatto ripiombare il Palermo sulla terra. L’anno si chiude con i rosanero campioni d’inverno con soli 3 punti di vantaggio proprio sul Savoia e con la consapevolezza per la scalata verso la C non sarà una passeggiata.