Gazzetta dello Sport: “Il dragone si mangia il pallone. Tevez d’oro a Shangai: 38 milioni all’anno, e non è finita…”
“L’Apache che nel luglio 2015 diceva «torno nel mio Paese per poter stare insieme a tutta la mia famiglia» deve avere dei cugini in Cina. Si spiegherebbe il sorriso larghissimo esibito nella prima foto ufficiale con la maglia dello Shanghai Shenhua. O forse saranno i 38 milioni a stagione, per due anni, che l’argentino si è garantito per giocare nella Chinese Super League. Trentotto milioni di ottimi motivi, siamo onesti. Chi rifiuterebbe un’offerta che metterebbe al sicuro almeno tre o quattro generazioni di famiglia? Il tempo di quel clic – un secondo? – e Carlitos aveva già guadagnato un euro e venti centesimi. Al minuto fanno 72 euro; all’ora 4.337, al giorno 104mila, ogni mese lo stipendio in busta paga sarà di 3,16 milioni. I parenti,in Argentina, capiranno. In fondo, in Patria è sempre stato El jugador del pueblo, il giocatore del popolo. Giocare nella Repubblica Popolare, dunque, non sembra neanche così contraddittorio. RICCHI Prima di Natale, Tevez ha salutato tra le lacrime la Bombonera. Non ha pianto il Boca Juniors, che tutto sommato ci ha guadagnato: lo Shanghai ha versato nelle casse del club una decina di milioni. Una mezza beffa per la Juventus, che per accontentare la voglia di Carlitos di tornare a casa si fece pagare meno della metà. I tifosi xeneizes, a cose fatte, l’hanno presa un po’ meno bene: «Roman (inteso come Riquelme, vera leggenda boquense, ndr) non l’avrebbe mai fatto, questi sono i veri idoli, Tevez è solo uno dei tanti». Non proprio uno dei tanti, in effetti. Con la firmetta sul contratto cinese, Carlitos – oltre a completare il tridente con Demba Ba e Oba Oba Martins, sotto la guida di Gus Poyet – è diventato il giocatore più pagato al mondo. Ha sorpassato i brasiliani Neymar e Oscar «fermi» a 25 milioni: il funambolo del Barcellona aveva rinnovato a ottobre con i blaugrana, l’ex Chelsea ha firmato prima di Natale anche lui con i cinesi (quelli dello Shanghai Sipg), la sua qualifica di più pagato al mondo è durata meno di una settimana. Leo Messi e Cristiano Ronaldo, i due migliori giocatori al mondo, prendono poco più della metà di Carlitos. Quanto dovrebbero offrire loro i cinesi se volessero convincerli? I fantastiliardi di Zio Paperone, forse. Questione di tempo, perché a quanto pare ai colossi dell’Asia non mancano neanche quelli. INTER, MILAN ECC. I cinesi si stanno comprando il mondo, e nel frattempo una gran fetta di pallone, in una sorta di shopping compulsivo all’occidentale – Suning che s’è presa l’Inter e il Milan quando il closing arriverà sono le operazioni che ci sono più vicine –, però sono un popolo legato alle tradizioni. Intorno all’anno Mille inventarono i fuochi d’artificio, e hanno deciso di chiudere con il botto quello che è stato a tutti gli effetti l’anno del Dragone. E potrebbe non essere l’ultimo: lo Shanghai Sipg vorrebbero sgambettare la Juve per Witsel, il Guangzhou Evergrande sta tentando Arda Turan con 18 milioni all’anno e 40 milioni al Barcellona. PROPAGANDA Restando a ciò che è già successo e posto che fare classifiche non è semplice (lordo, netto, bonus e dettagli sono chiari solo se Football Leaks hackera i contratti…), in quella dei dieci più pagati, cinque sono già della Super League: ci sono infatti anche Hulk, Pellè e Lavezzi. Se allargassimo la graduatoria, non mancherebbero molti altri «cinesi»: Alex Teixeira, Ramires, Gervinho, Jackson Martinez, viaggiano tutti sui 10 milioni. Ma non fanno neanche più notizia. E allora sui 38 milioni di Tevez rientra anche un discorso «propagandistico». Carlitos si sarebbe facilmente «accontentato» di molto meno, ma così è un modo per far parlare della Cina e del suo campionato. Il presidente Xi Jingping del resto è un appassionato di calcio e ha piani ambiziosissimi. Il primo obiettivo è ospitare il Mondiale nel 2030, sfruttando magari l’accordo tra la Fifa e Wanda Group, il colosso che si è «mangiato» Infront e che è entrato massivamente nell’Atletico Madrid. Il secondo è vincerlo nel 2050. E nel frattempo diffondere il pallone in ogni angolo del Paese. Ad aprile 2016 la federcalcio cinese ha pubblicato il «Piano 20162050» per lo sviluppo del calcio. Primo step: realizzare migliaia di scuole calcio e arrivare a 50 milioni di praticanti. Secondo: arrivare a un livello «supremo» per organizzazione e competitività, la nazionale dovrà primeggiare in Asia. Terzo step: Cina superpotenza mondiale del calcio. IL PROGETTO La fase due è in anticipo. La nazionale, di livello scadente (battuta da Siria e Uzbekistan…), è stata affidata a Marcello Lippi. I club investono miliardi per strappare giocatori (e allenatori, come Villas Boas) al calcio europeo: non gente a fine corsa come negli anni scorsi o in altri tornei di secondo livello, ma talenti ancora giovani. Gli stranieri rappresentano circa il 20% delle rose della Super League: le regole permettono di averne soltanto quattro più uno (tre nei titolari) e c’è una proposta per abbassare la quota a tre più uno. L’idea è quella di salvaguardare la crescita dei giocatori locali, facendoli però allenare con calciatori di classe superiore. Il campionato è ancora di livello mediocre, ma l’appeal finanziario comincia a far spavento. «Il mercato cinese sta diventando un pericolo per tutti», ha detto Antonio Conte dopo l’addio di Oscar. «In un futuro non troppo lontano potrebbe diventare un problema per la Premier League», gli ha fatto eco Arsene Wenger. PERÒ… Forse hanno ragione, ma lavorano in Inghilterra, come Tevez sei anni fa. E nel 2010, quando giocava nel Manchester City, che pure lo pagava discretamente, Carlitos diceva: «Sono stanco del calcio, stanco della gente che lavora nel calcio. Il calcio è diventato solo soldi, e non mi piace più». Deve aver cambiato idea.”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.