Gazzetta dello Sport: “Il cuore diviso del palermitano Tommaso. Sul suo taxi viaggia la storia della Signora”

“La storia viaggia comoda in taxi, impressa sul soffitto di un Fiat Ulisse bianco: Tommaso Agosta lo guida su e giù per Torino. Più che un autista, è un custode: con le mani sul volante, preserva la memoria bianconera. Lavorava per la Signora, da quattro anni è tornato in proprio e continua ad accompagnare giocatori e dirigenti. Obbligatorio lasciare un autografo dentro al taxi che ormai è un caleidoscopio di segni, un piccolo museo on the road: da Boniperti a Higuain, tutti hanno firmato sul tettuccio, regalato una maglia, consegnato un aneddoto. Solo una partita, però, fa vacillare Tommy: lui, palermitano di nascita e «juventino da impazzire», ha il cuore diviso. «Nel 2005 ho incontrato Ficarra e Picone al Delle Alpi – racconta il 53enne Agosta, siciliano emigrato al Nord da una vita – Ero in tribuna diritto sulla linea di centrocampo. Li feci ridere dicendo: “Questa gara la guardo da qui perché sono gobbo nel Dna, ma Palermo non si tradisce. E non la tradirò neanche sta volta…». Agosta, da quando ha iniziato a raccogliere le firme sul taxi? «Il primo fu Cannavaro, quasi per scherzo. Ora i giocatori arrivano a Torino e si sottopongono a questo rito: ormai siamo a centinaia. Tra maglie e gadget, ho un piccolo tesoro in garage e sono un grande donatore del museo allo Stadium». Come è diventato autista di fiducia del club? «C’era la Triade, si accorsero che ero affidabile quando portai a Milano le provette con i prelievi da analizzare: era l’epoca del processo doping, il compito era delicato…». Una corsa a cui è legato? «Luglio 2006: Cannavaro mi chiese di portare la Coppa del Mondo da Gianluca Pessotto, ricoverato alle Molinette. Ma fu emozionante anche viaggiare con Sivori o Sentimenti IV». Le migliori amicizie nate in taxi? «Dico Marchisio, che ho visto crescere, e Appiah, che ha battezzato mia figlia. Poi Buffon, una persona incredibile. Ma l’amicizia resta anche quando i giocatori vanno via: al funerale di Facchetti, Ibra e Vieira vennero a salutarmi sotto gli occhi di migliaia di interisti. Mi onoro poi di conoscere Boniperti: è il presidente onorario del Club doc “Valle dei templi” di Agrigento, che dirigo. Ecco, con la Juve resto legato alla Sicilia». Dicono che una volta abbia fatto imbufalire Capello… «Mi multò perché entrai nello spogliatoio per dare a un giocatore il cellulare: per fortuna pagò l’ammenda per me». Quante volte ha coperto le marachelle dei calciatori? «Tante, tengo sempre la bocca chiusa. Ma a tutto c’è un limite. Sono giovani e ricchi, ma giocano pur sempre nella Juve: qui non si può sgarrare troppo». Lei non tradisce Palermo, ma il taxi ha mai tradito lei? «Senza benzina solo con Martinez: ci ha trainato un carro attrezzi in autostrada. Mai stato fortunato Jorge da noi…».”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio