Gazzetta dello Sport: “Il Chievo gioca, corre e domina. Palermo, tre sberle fanno male”

“Vista la partita e preso atto che anche stavolta la classifica condannerebbe il Palermo per la differenza reti col Carpi, la domanda più logica è: ma cosa è stato fatto durante il mini ritiro prima del Chievo? «Avevamo studiato i loro movimenti sui cross, soprattutto gli inserimenti di Rigoni», spiega alla fine lo sconsolato Novellino. E quindi, delle due l’una: o il prof ha spiegato male, o gli studenti avevano la testa altrove. Fatto sta che l’attenzione difensiva invocata dal nuovo tecnico è andata a farsi benedire e che la squadra nel secondo tempo si è sciolta. «È mancata la cattiveria di chi lotta per salvarsi», aggiunge chi da giocatore era soprannominato Monzón perché non era uno che le mandava a dire. È stato sciupato così il prezioso assist del sabato, la vittoria del Sassuolo. SENZA CATTIVERIA Il Palermo ha tenuto 45 minuti grazie soprattutto alla vivacità di Gilardino che a Empoli, prima di una Pasqua da retrocessione, era stato sacrificato in nome dell’input zampariniano di Vazquez falso nove. L’esperimento è stato abbandonato, Novellino ha cambiato modulo per la terza volta in tre partite: 4-3-3 con il Mudo e Trajkovski esterni e Jajalo sulle tracce di Birsa (poi toccherà a Maresca). Ma più che al centro, le falle si sono aperte ai lati dove il Chievo ha sfondato come e quando ha voluto. Il Palermo ha pagato le solite amnesie: due cross, due gol presi. Cionek ha fatto rimpiangere Gonzalez, ma sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe su un debuttante, la fragilità difensiva è un difetto strutturale che il Palermo si porta dietro dall’inizio. Più allarmante, se vogliamo, la mancanza di rabbia mostrata una volta raggiunto il pari. Quella, a differenza degli schemi, non si può allenare. Spiegata così la serie negativa che si allunga: zero vittorie in 10 giornate. SAZI E MOTIVATI Essere sazi non significa mollare. Il messaggio di Maran è stato accolto: complimenti al Chievo che sabato affronterà il Carpi ed è quindi invitato a non fare torti a nessuno. La squadra ha mostrato solidità e la solita organizzazione, ha avuto un calo nel primo tempo, non si è accontentata del pari, ha vinto puntando sulla supremazia sulle fasce, sulle creatività di Meggiorini e in parte di Birsa. E ora? Il tecnico si gode il momento, dice che sarebbe bello «superare ogni limite», ma rifiuta obiettivi. Come battere il record personale di punti in A (56 col Catania)”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.