Gazzetta dello Sport: “Il caso: Zamparini il demolitore sta rottamando la A del Palermo”
“Il Palermo è mio e lo demolisco come voglio. Esonero dopo esonero. Picconata dopo picconata. Datemi un microfono e una ribalta, anche di pochi minuti, e vi spiego il calcio, a dispetto di chi siede in panchina. Maurizio Zamparini, 74 anni urlati bene, da 14 presidente di un Palermo che ha vissuto anni emozionanti in Europa League ai tempi di Cavani e Pastore, che ha avuto in rosa gente che è diventata campione del mondo, non riesce a restare defilato. Quasi ogni settimana entra a piedi uniti sul tecnico di turno (da Iachini a Iachini, ci sono stati sei avvicendamenti). Ora col Frosinone balzato a un solo punto, la paura di perdere il patrimonio della A lo fa deragliare dai binari di una logica calcistica. Dimentico di un mercato ricco in uscita (cessione milionaria di Dybala, oltre a Belotti) e povero in entrata (troppe scommesse, poche vinte), abbandonati i progetti di un nuovo stadio (zona Zen) e di un centro sportivo (a Carini), Zamparini predica un verbo che divide e non unisce. Sconfessando l’operato di Iachini ne intacca la credibilità all’interno di uno spogliatoio che tenta di ricompattarsi dopo i tanti moduli e metodi di lavoro(e purghe piovute dall’alto). Zamparini sta perdendo l’affetto della gente. L’impressione è che la sua era sia finita, a prescindere dalla salvezza. A giugno, venduto anche l’ultimo gioiello Vazquez, si ripartirà da un organico tutto da inventare. Serviranno progetti ed entusiasmo. E soprattutto un gruppo coeso. Proprio come quello del Frosinone. Nella piccola cittadina, che Lotito non avrebbe voluto in A per tutelare realtà importanti come Palermo, c’è un club dove presidente, allenatore e squadra respirano la stessa atmosfera e parlano la stessa lingua: quella del lavoro e del rispetto. Un patrimonio parimenti prezioso qual è la Serie A. Vero Zamparini?”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.