Gazzetta dello Sport: “Il calcio è in fuorigioco, ecco cosa rischiano le società e gli indagati…”

“Non è una questione di centimetri, ma di soldi. L’inchiesta «Fuorigioco» (l’ennesima di un calcio italiano sempre più alle prese con magistrati e tribunali) condotta dalla procura di Napoli (coi pm Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli) ha seguito la scia dei contratti stipulati tra 24 società di A e B e i giocatori per arrivare a contestare nella chiusa indagine una serie di reati tributari: dalla evasione ficale alle false fatturazioni. Gli indagati sono 64, con big come Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Claudio Lotito, Jean Claude Blanc (ex a.d. della Juve), Alessandro Moggi, Hernan Crespo, Diego Milito ed Ezequiel Lavezzi. Proprio una intercettazione telefonica tra il Pocho e il suo manager (Alejandro Mazzoni) ha dato il fischio d’inizio alle indagini. L’argentino era monitorato dopo una serie di rapine ai danni di diversi giocatori del Napoli e dei loro familiari. In una conversazione, Lavezzi parlava di un conto bancario da aprire in Svizzera (nelle pieghe dell’inchiesta ci sono soldi spariti in paradisi fiscali) a nome di Chavez, altro calciatore. Il resto è storia recente: il «fuorigioco» eseguito dalla Finanza ha portato al sequestro di 12 milioni di euro. IL SISTEMA Al centro dell’inchiesta (per fatti che vanno dal 2009 al 2013) c’è la figura del procuratore o manager dei giocatori: sempre più influenti e decisivi nel muovere i grandi campioni come i calciatori di medio livello. Senza la loro mediazione diventa impossibile anche un rinnovo di contratto. Il sottobosco che ruota intorno a delle operazioni vitali nel calcio non sempre però è stato regolamentato in maniera precisa. Se a questo aggiungiamo il non certo semplice sistema fiscale italiano, ecco spiegato il paradosso di operazioni considerate «perfettamente legali» da parte degli indagati, mentre per i pm si è in presenza di reati tributari e di un danno economico subito dallo Stato italiano. Contestazioni simili anni fa erano state mosse da un’altra Procura (Piacenza): la questione aveva avuto anche una conseguenza sportiva con la squalifica di diversi mesi per alcuni procuratori. DOPPIO RUOLO Il meccanismo «generalizzato» ipotizzato dai pm di Napoli ricalca gli stessi confini. In sostanza i procuratori degli atleti diventavano anche consulenti dei club durante la stipula di una cessione, di un acquisto, di un adeguamento del contratto, della gestione dei diritti d’immagine o tv, dell’attività di scouting. Il doppio ruolo era messo nero su bianco con tanto di modello della Figc da consegnare in Lega. Tutto lecito? No, secondo i pm in questo modo gli agenti potevano «fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera d’intermediazione fosse resa nel loro interesse esclusivo, mentre di fatto venivano tutelati quelli degli atleti assistiti». Non solo: i club potevano scaricare il costo dalle tasse, mentre il calciatore si trovava esentato dal pagamento del suo consulente, guadagnando più soldi e pagando un fisco più leggero grazie al fatto di non dichiarare i benefit ricevuti dai club. Un vero rompicapo fiscale che dovrà reggere nei prossimi giorni alle controdeduzioni delle difese. SEQUESTRI In primis quando il Tribunale del Riesame sarà chiamato a decidere se mantenere o meno i sequestri preventivi (non eseguiti per Andrea Della Valle, Ciro Immobile e altri 4 giocatori: la loro posizione va verso l’archiviazione perché nel frattempo è cambiata la normativa) suoi conti correnti o sui beni immobili degli indagati per un totale di 12 milioni di euro. Nella speciale classifica dei soldi bloccati dalla Finanza, troviamo in testa Hernan Crespo (allenatore del Modena ed ex attaccante di Parma e Inter) con circa due milioni di euro; oltre un milione ad Alessandro Moggi, poco più di 720 mila a Diego Milito (ex Inter), 422 mila ad Antonio Nocerino (Milan), quasi 400 mila per Lavezzi, 321 mila per German Denis (Atalanta), 211 mila ad Adrian Mutu (ex Fiorentina e Juve) e 240 mila ad Adriano Galliani (Milan). Ci sono pure importi modesti come i 64 mila euro di Maurizio Zamparini (Palermo), 37.500 ciascuno a Jean Claude Blanc e Alessio Secco (ex dirigenti della Juve), 30 mila a Enrico Preziosi (Genoa), 28.600 a Claudio Lotito (Lazio) e 8.321 ad Aurelio De Laurentiis (Napoli). RICADUTE SPORTIVE Il materiale dell’inchiesta di Napoli presto dovrebbe finire nelle mani del procuratore federale Stefano Palazzi. Probabile l’apertura rapida di un’indagine anche per bloccare la prescrizione (è di 6 anni). Cosa rischiano club, giocatori e procuratori? Si potrebbe prefigurare il reato d’illecito amministrativo: se la tesi dovesse far breccia tra i giudici, allora è possibile una penalizzazione per le società, ma se ne parlerebbe nella prossima stagione (la Procura è intasata dai processi sul calcioscommesse, alcuni sono in grave ritardo). Gli agenti rischiano lunghe squalifiche, mentre i giocatori solo una multa”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.