“Alla faccia della serietà e del rigore tedesco. Il Bayern Monaco, neanche avesse Maurizio Zamparini come presidente, licenzia il suo allenatore dopo sei giornate di campionato e due di Champions League. Ci sono due cose che stonano in questa faccenda: la prima è che parliamo di Carlo Ancelotti, uno dei tecnici che ha vinto di più in giro per l’Europa, conquistando campionati e Champions League alla guida di Milan, Chelsea, Real Madrid, Psg e, appunto, Bayern Monaco. L’altra, che il club che lo esonera ha fatto della serietà e della progettazione il suo stile di fare calcio. Il fatto che il Bayern decida di cambiare a fine settembre, probabilmente per i mal di pancia di qualche senatore che pesa nello spogliatoio, è insomma un brutto segnale per il calcio europeo. Ancelotti è un totem al quale i più grandi club europei si sono appoggiati per rinascere o crescere, un porto sicuro nel quale mettere la nave per evitare la tempesta. Stavolta invece la mareggiata ha spazzato via proprio il tecnico di Reggiolo, uno di quelli che è sempre stato bravo a gestire presidenti ingombranti (Berlusconi e Florentino Perez tanto per capirci) e grandi campioni. Se c’è un errore che Carletto ha fatto nella scorsa estate è stato quello di sopravvalutare l’organico del Bayern attuale, una squadra con troppi trentenni logori e con giocatori che sono stati fuoriclasse ma che adesso non riescono più a fare la differenza. L’esplosione del caso Muller e l’infortunio di Neuer che ha penalizzato il Bayern oltre ogni limite immaginabile, hanno fatto il resto, chiudendo l’avventura di Ancelotti in Baviera con grande anticipo rispetto ai termini contrattuali (giugno 2019). E adesso Carletto diventa la mina vagante del calcio europeo: alla prima crisi di una grande squadra si farà il suo nome. Un giochino già iniziato: in Inghilterra lo accostano al West Ham, ma ci pare difficile che possa accettare di guidare una squadra di terza fascia della Premier. In Italia i rumors di un nuovo feeling tra Ancelotti e il Milan sono iniziati già prima dell’esonero al Bayern. Carlo per tutti insomma. O tutti per Carlo, se preferite”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.