“La retrocessione è alle porte. La matematica potrebbe arrivare già domenica, in coincidenza probabilmente del fatidico closing, dopo il match con la Fiorentina, a 4 gare dal termine. Allo stesso modo di come il Palermo conquistò la A, tre stagioni fa. Allora il trionfo arrivò con cinque turni d’anticipo. Era il Palermo dei record di Beppe Iachini, una corazzata che seminò tanti record. Oggi il tecnico marchigiano assiste impotente alla distruzione di un percorso che nacque dal suo lavoro, quando subentrò a Gattuso, proseguito l’anno successivo in A con l’esplosione dei talenti di Dybala e Vazquez fino alla rottura con il presidente Zamparini della scorsa stagione. Iachini, come vive l’epilogo drammatico dei rosanero? «Con grande amarezza. Dopo avere avviato un percorso partito da lontano, fatto di vittorie, traguardi e di valorizzazione di alcuni giocatori che adesso figurano in grandi club». Si sente come se fosse stato distrutto qualcosa di suo? «Col presidente Zamparini per due anni abbiamo fatto un gran lavoro, poi sappiamo tutti com’è andata. Sono state fatte alcune valutazioni, anche generate da fattori esterni, che hanno creato alcune incomprensioni. Quando venni esonerato dopo la vittoria col Chievo la squadra era a metà classifica, c’era uno zoccolo duro di giocatori che poteva dare continuità al progetto e avrebbe permesso ai giovani di inserirsi al meglio e per gradi. La squadra avrebbe continuato a raggiungere risultati e nel frattempo avrebbe lanciato nuovi giocatori». Troppo mercato dell’Est? «La politica era questa, però, ripeto, si poteva anche attuare, ma se perdi seisette giocatori strutturati in un sol colpo. In questi casi o si è fortunati a ricreare subito l’equilibrio o il rischio è di entrare in un vortice dal quale è difficile uscire». Il 6-2 con la Lazio ha fatto toccare il fondo al Palermo. «Non me la sento di metter alla gogna i giocatori. Li ho visti in faccia domenica, alcuni di loro li conosco. Sono professionisti seri. Purtroppo, dopo un’annata del genere, perdi tutte le certezze e ogni partita è una scalata». Il presidente Baccaglini ha detto che molti giocatori non faranno parte del progetto dell’anno prossimo. A prescindere, questa squadra non sembra del livello di quella che ereditò in B. «Sì, ma ricordo che quando arrivai anche quei giocatori erano sotto pressione e impauriti e dovemmo creare un nuovo equilibrio con certezze nei ruoli e nel modulo. Io non credo che questa rosa sia da 16 punti, il più grande rammarico è che, visto l’andamento delle ultime quattro, con un po’ di serenità e uno scontro diretto all’ultima di campionato, la stagione si poteva salvare». Quindi in B dovrà essere rifondazione oppure no? «Dalle parole di Baccaglini sembrerebbe di sì, ma non c’è una regola. Il Frosinone ha mantenuto l’organico, il Verona ha cambiato qualcosa e non hanno ammazzato il campionato. Molto dipenderà dalle motivazioni dei giocatori e dalle intenzioni della nuova proprietà». E se nelle intenzioni ci fosse Iachini? «Prima aspettiamo il closing e poi vediamo quali sono i programmi, sarà il tempo a decidere. Io sono molto felice di avere riportato il Palermo in Serie A e di averlo lasciato lì. È qualcosa che mi ha riempito di orgoglio per la stima e l’effetto reciproco che c’è con la gente fin da quando ero giocatore. Vedremo».”. Questo è quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.