“«Li ho voluti incontrare uno per uno, partendo dall’allenatore Diego Lopez. E alla fine ho chiesto di darmi del tu. E ho detto loro che ce la possiamo ancora fare, che ci possiamo salvare». Seduto al caffè Box di Padova, città della mamma, in Prato della Valle, il neo presidente del Palermo Paul Baccaglini in perfetto italiano, ma con accento molto americano (il papà vive a Boston) parla a ruota libera, di sè, di Thais, del passato da Iena, della sua vita, prima spericolata e ora molto razionale. Che per un pelo non ha preso un’altra piega: «Volevo fare il giocatore di basket, ero un buon play. Amavo Jordan e Pozzecco. Ginocchio e caviglia mi hanno tradito». E si è buttato nello spettacolo… «Conobbi Claudio Cecchetto, poi è arrivata Rtl 102,5, quindi le Iene, quattro stagioni. Poi l’incontro con Pif, Mtv. E basta; ogni cosa ha il suo tempo. E’ stato bello finché c’è stata passione ed emozione, ma non avrei mai obliterato il cartellino per stare nel mondo dello spettacolo». E quindi? «Mi sono buttato nel trading. Avevo messo da parte un piccolo capitale. Ho studiato, viaggiato, mi sono messo al computer, ho fatto pure i corsi on line. Ore e ore sui mercati americani ed europei. La geometria mi è sempre piaciuta e apprezzavo Cartesio e la sua teoria del metodo». Fa pure il colto. E pensare che è noto per aver creato il partito del limone,la teoria del limonare (baciare) e per aver detto di essere «uno senza cervello». «Quella del cervello non la ricordo, quella del limone sì. Era un programma pensato da Endemol e imperniato sul gioco della bottiglia. E ci si baciava pure. Credo che il bacio sia uno dei momenti più belli e sinceri della nostra vita». Beato lei che bacia Thais. Ma la gente come fa a crederle se si presenta come presidente del Palermo? Ha idea di quanti dubbi ci sono sulla sua persona? «Eh sì, sono giovane, sto con la ex velina, che, però, ha una testa così… Facevo la Iena, ho più di 60 tatuaggi. Ma ad aprile sarò al 100% il proprietario del Palermo e sarà creata una società apposita. E in città starò tanto dalla prossima stagione quando avremo sistemato la nostra vita. E io Thais e sua figlia ci trasferiremo a Milano. Prenderò, comunque, casa a Mondello. Non sono una meteora e neppure, come dicono, uno che sta tre mesi fino alla retrocessione a fare da parafulmine e poi torna Zamparini. Voglio vivere squadra e città». Sì, ma tutti chiedono: ma questo Baccaglini quanto ha pagato il Palermo e, soprattutto, come l’ha comprato? «Ora spiego: con Zamparini mi ha messo inizialmente in contatto Frank Cascio. Poi ho conosciuto Angelo Baiguera (braccio destro di Zamparini). Maurizio voleva fare una riorganizzazione totale del suo patrimonio, all’interno del quale c’è pure il Palermo. Era stufo di insulti e pressioni. Stanco. Questa è una collaborazione tra me e lui. Che da ora faccio il presidente. Non si può dire che ho pagato il Palermo una determinata cifra perché gli investimenti verranno fatti quando ci sarà bisogno. Sicuramente per lo stadio che è il mio obiettivo principale e gli incontri istituzionali della settimana scorsa lo dimostrano. Lo stadio è la chiesa in cui si celebra la messa. E’ tutto. Quella con Zamparini è stata una trattativa condotta in Friuli, a casa sua e durata mesi, in silenzio. Come deve essere. Sono operazioni complesse e articolate. Io rappresento il fondo Integritas Capital, che funge da tramite per alcuni investitori, ma non è che devono essere svelati i nomi dei componenti. Si lavora in segreto con tanti studi legali. L’idea, ripeto, è riorganizzare la struttura di Zamparini e alla componente protagonismo non ho proprio pensato». D’accordo, ma la gente vuole capire, non si accontenta. «Zamparini non uscirà dalla mia vita. Ha fatto calcio per 40 anni, ingaggiato gente come Cavani, Pastore, Dybala, Vazquez, tanto per citare i più recenti. E io sono così scemo da privarmi di lui? Il mio compito è valorizzare il brand Palermo. Perché una cosa su questo aspetto mi permetto di dirla». La dica. «In Italia i club non valorizzano il brand. Ha idea delle potenzialità che ha il Palermo e Palermo? Porterò in estate la squadra a New York. Ma in pochi giorni ho già messo su un progetto che mi sta a cuore: negli uffici dello stadio ospiteremo, in collaborazione con l’Università, giovani studenti che progettano delle start up. Le migliori le faremo nostre». Baccaglini, prima di diventare presidente del Palermo, che rapporto aveva col calcio? «Sono stato una sola volta a San Siro a vedere l’Inter. Mi portò in curva un amico. Una volta in radio mi presentarono Zanetti. E ho ammirato Del Piero, mi sembra una persona per bene. Ho sempre guardato la Nazionale». La critica chiede un grande Palermo, in A o in B. Con Lopez? «Lopez mi piace, ha grinta, e la infonde ai giocatori. E’ uno di loro e lo rispettano. Io credo che Palermo debba stare in A, con tutto il rispetto per l’Empoli che abbiamo in casa all’ultima giornata. Spero tanto sia la sfida decisiva. I ragazzi li ho visti decisi a provarci. Poi penseremo a cosa fare. La base c’è e la società non è affatto messa male»”. Queste l’intervista integrale a Paul Baccaglini riportata oggi su “La Gazzetta dello Sport”.