SERIE A

Gazzetta dello Sport: “Gravina ora rischia di andare a processo per autoriciclaggio”

La Procura di Roma ha formalmente chiuso ieri le indagini a carico di Gabriele Gravina, indagato con l’accusa di autoriciclaggio per la discussa vendita della sua collezione di libri antichi. L’atto è stato notificato ieri e il presidente della Federcalcio, che ha appena annunciato la candidatura per un nuovo mandato, ha ora venti giorni (che però con le festività rischiano di allungarsi) per presentare ai pm le sue controdeduzioni. In pratica, portare all’attenzione della Procura della Capitale documenti o testimonianze per contestarne la tesi.

Come riportato nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, il processo appare piuttosto evidente però che i pm romani siano intenzionati ad andare fino in fondo, come dimostra la doppia richiesta di sequestro dei beni mossa contro Gravina nei mesi scorsi. Si va dunque verso la richiesta di rinvio a giudizio che porterà il presidente federale davanti al gup, chiamato poi a decidere se andare a processo o meno. Gravina è sereno e i suoi legali, Leo Mercurio e Fabio Viglione, hanno commentato così la notizia della chiusura indagini: «Attendevamo da tempo che terminassero le indagini per poter finalmente dimostrare l’assoluta infondatezza dell’ipotesi di reato. Il presidente Gravina è totalmente estraneo a qualsivoglia condotta illecita e tanto gli consente di confidare serenamente nell’accertamento dell’autorità giudiziaria».

La chiusura delle indagini di per sé non equivale ad un rinvio a giudizio, che come dicevamo ha bisogno di alcuni passaggi in più. Ma il fatto che sia arrivata ieri dà l’idea di quali possano essere i tempi dell’iter processuale. Il 3 febbraio ci sono le elezioni per il nuovo presidente, Gravina al momento è l’unico candidato. Di certo prima di quella data sapremo se – come sembra evidente visto quanto accaduto finora dalle parti di piazzale Clodio – ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio. A questo proposito il numero uno della Figc è stato chiaro: «Rinvio a giudizio? Ho fiducia nella giustizia e sono certo che la colata di fango si esaurirà – aveva detto al Corriere della Sera -. Nello Statuto è previsto che non ci si possa candidare con una condanna per una pena superiore a un anno passata in giudicato. Sono una persona perbene che ha dato molto al calcio e vuole continuare a farlo».

L’accusa a carico di Gravina era stata avviata dalla Procura di Roma a marzo del 2023 dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia sul cosiddetto dossieraggio. Le verifiche dei pm hanno riguardato in particolare l’accordo con la società Isg per migliorare la qualità della piattaforma di distribuzione degli eventi sportivi della Lega Pro di cui Gravina era presidente, firmato proprio l’ultimo giorno del suo incarico prima del passaggio alla presidenza Figc. Secondo l’impianto accusatorio, l’affidamento di quella consulenza sarebbe stata «indirizzata» dall’indagato e avrebbe innescato una serie di movimenti di denaro, tra cui la famosa vendita della collezione di libri antichi del presidente, ma anche l’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna.

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Redazione Ilovepalermocalcio