L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Genoa e in particolar modo su Coda.
Ormai è alle spalle l’estate-rompicapo di un anno fa, quando la proprietà americana e la dirigenza del Genoa si trovarono a dover fare i conti con la necessità di sfoltire un gruppo di giocatori di proprietà superiore alle cinquanta unità. Un’impresa riuscita, ed anche per questo oggi i numeri sono inferiori,. Tuttavia, ci sono una quindicina di elementi – il caso emblematico è quello di Coda – sui quali ora si concentra l’attenzione rossoblù. Che ha una doppia necessità: sfoltire i ranghi, certo, ma al tempo stesso abbassare il monte-ingaggi in ossequio a quel concetto di Grifone «economicamente sostenibile» che sta alle base delle scelte presenti e future sul mercato.
Lo specialista Coda ha firmato un triennale nella passata stagione, e per il terzo campionato di fila è andato in doppia cifra in Serie B, offrendo un contributo importante sul piano realizzativo alla promozione rossoblù. E proprio il fatto di conoscere benissimo la categoria fa sì che per lui ci sia già stato l’interessamento di alcune squadre di B, come Cremonese e Palermo. L’idea della dirigenza è quella di puntare su altri profili per l’attacco del prossimo campionato, ma è indubbio che l’attaccante campano sia una garanzia nel campionato cadetto.
Potrebbero partire anche Aramu, Yalcin e Yeboah, che per motivi diversi non hanno vissuto un’annata felicissima e Favilli, destinato ad andare di nuovo in prestito dopo l’ultimo campionato a Terni. Anche lo svizzero Hefti è sulla lista dei partenti, al pari di Ilsanker, Pajac e Czyborra. Oltre a loro, ci sono altre situazioni delicate che il Grifone sta valutando, alla luce del rientro a Genova di elementi come Galdames, Biraschi, Cassata, Parigini e Melegoni, magari sfruttando anche la sinergia con gli altri club della galassia Football Group dei 777.