“Ci sono un croato, un veneto e un uruguaiano. Ma anche un altoatesino, un sardo e un maremmano. Ci sono eterne promesse, scarti di grandi club, cavalli a fine corsa e califfi della categoria. Non è una barzelletta quest’Alessandria. È il riassunto di un calcio che non regala più speranze e che ti costringe a costruire da solo le soddisfazioni. Prendete Riccardo Bocalon, l’attaccante che con due gol ha firmato la qualificazione per la semifinale col Milan. È il primo degli eroi di La Spezia, lui che aveva segnato anche a Palermo (gol annullato) e Genova (gol vittoria), che sotto la gestione dell’Inter non è mai andato sopra la Lega Pro e che a San Siro è andato solo una volta, da spettatore, il giorno del debutto di Quaresma. BOCALON L’Inter lo scoprì nel Treviso, con gli Allievi battezzò anche il Milan. In Primavera giocava con Destro, davanti aveva Balotelli. L’hanno mandato a Portogruaro dove nel recupero segnò il gol della promozione in B a Verona, a Viareggio dove segnò una tripletta nel playout con il Cosenza, poi a Cremona, Carpi, Bolzano e Venezia, dove firmò la doppietta nella finale playoff vinta col Monza e, la stagione successiva, diventò capocannoniere. Meritava la B, ma l’Inter ha preferito girarlo al Prato suo satellite. In estate l’Alessandria l’ha convinto il giorno prima che si sposasse, l’ha comprato (300mila euro) e ha rilevato il suo contratto (130mila netti, il più alto tra i grigi). Racconta: «Quello su cui scherzavamo nello spogliatoio ora si avvera: dicevamo che avremmo vinto tutto, che saremmo stati come il Barcellona e che avremmo fatto l’Europa League. Via via ci abbiamo creduto sempre di più. Le motivazioni fanno la differenza, non siamo mai partiti per sconfitti contro le squadre di A e B e non si è mai vista la differenza. Venerdì a Salò abbiamo perso 3-0, inconsciamente forse pensavamo a La Spezia, errore da non ripetere: per questo adesso ci concentriamo sulla gara di sabato col Cuneo, poi penseremo al Milan. L’importante è restare in partita dopo l’andata e giocarci tutto a San Siro». DIFESA Secondo in campionato dopo essere stato campione d’inverno, in semifinale di Coppa Italia maggiore e negli ottavi di quella di Lega Pro (la sfida con la Cremonese, già spostata a giovedì 28, sarà ancora rinviata). Non è un caso. L’Alessandria, fallita la conquista dei playoff la stagione scorsa, è una corazzata per salire in B e a fine mese si arricchirà con un attaccante esterno (Corazza del Novara?). Si pensi che il capitano, l’argentino Morero, in Coppa Italia non gioca. Al suo posto, come coppia di difensori centrali, ci sono Sirri, che cominciò nel Cervia in Eccellenza (prima del reality), e l’uruguaiano Sosa, detto il Chino, che da anni bazzica la categoria. In porta la rivelazione è Vannucchi, scuola Juve: la stagione scorsa era riserva al Renate, doveva fare panchina anche qui, ma l’infortunio di Nordi gli ha spianato la strada. A destra della difesa c’è Celjak, croato che anni fa la Sampdoria scoprì a Zagabria e lo prese per occupare un posto da extracomunitario prima di liberarlo facendolo girovagare dal Pergocrema al Benevento; a sinistra a La Spezia ha debuttato Sperotto, l’autore della registrazione nello spogliatoio dell’Arezzo con la sfuriata di Eziolino Capuano: una volta svincolato, il d.s. Magalini l’ha voluto per sostituire Manfrin, infortunatosi a Genova. GLI ALTRI Il leader del centrocampo è l’esperto Loviso (ex Bologna, Torino e Livorno, tra le altre), che a San Siro ha già giocato come Iunco, attaccante esterno che di solito entra a gara iniziata per risolverla. L’alternativa a Loviso è il brasiliano Mezavilla, altro giramondo della categoria: dipende dalla partita, se è più tecnica gioca uno, se è battaglia tocca all’altro. Le mezzali del 4- 3-3 sono Branca e Nicco: il primo arrivò a Novara nella Berretti in un gruppo di 14 giocatori fuoriusciti dal crac del Legnano, ma poi venne scartato e mandato al Südtirol, dove ha fatto un grande salto di qualità e ora piace in Serie A; l’altro ha girato molte squadre, anche di B, e ha pure dovuto subire uno stop di alcuni mesi per un’omessa denuncia nel Calcioscommesse. In attacco si giocano il posto Bocalon e Marconi, scuola Atalanta, nella testa di Mino Favini destinato a diventare il nuovo Pazzini (stessa origine toscana). Gli esterni sono Fischnaller (lui e Branca sono costati 650mila euro dal Südtirol), che ha ereditato lo scatto dalla madre che faceva atletica leggera e ha sulle spalle un’esperienza poco felice alla Reggina, e Marras, nato a Genova ma con origini sarde: in estate s’è svincolato dallo Spezia, doveva restare al Südtirol e invece ha chiesto a Fischnaller e Branca di segnalarlo ad Alessandria. Richiesta esaudita. Ecco perché, in questo calcio senza speranze, le soddisfazioni bisogna costruirsele da soli. GREGUCCI Angelo Gregucci tornerà a San Siro da allenatore dell’Alessandria e contro il Milan ha già giocato. Se lo ricorda bene, anche se era il 3 settembre 1989: «È stata l’ultima volta che la Lazio ha vinto, in campionato, a casa del Milan. Ci presero a pallonate sin dal via. Ma abbiamo retto e, dopo un nostro rilancio, Maldini per anticipare Di Canio ha fatto un retropassaggio che ha sorpreso Galli fuori dai pali. Una vittoria incredibile. Ma è stato come se il Dio del calcio avesse voluto dire alla Lazio: vinci questa e poi stai senza per quasi 30 anni»”. Questo quanto si elgge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.