Gazzetta dello Sport: “Ex rosa, l’ultimo graffio di Toni: «Ho rotto con Delneri, abbiamo perso in due»”

“A molti verrà voglia, quando non lo vedranno in campo, ad agosto, di parafrasare i versi malinconici di quel successo pop di qualche tempo fa: «Da quando Toni non gioca più non è più domenica». Luca se ne va, lascia il calcio in quella Verona che è stata la sua ultima reggia: «Dopo alcune riflessioni e tanti anni ho deciso di smettere. Domenica, con la Juventus, sarà la mia ultima partita da giocatore professionista». I numeri della carriera di Toni sono imponenti: 323 gol fatti, e di questi 156 in Serie A, campionato di cui è stato il più longevo capocannoniere. Una corona conquistata nella scorsa stagione, con 22 reti, scettro condiviso con Mauro Icardi. Scarpa d’Oro europea con la Fiorentina, sul trono del mondo con l’Italia nel 2006, principe azzurro di Germania al Bayern Monaco. COMMOZIONE Tira il fiato, Toni, e per un attimo l’impressione, e non l’inganno, è che gli occhi gli si inumidiscano: «Sono state settimane difficili. Ci ho pensato a lungo. Ho parlato con la mia famiglia. Questa è la mia scelta». Non prenderà in considerazione destinazioni estere, l’attaccante. Niente Stati Uniti, Cina, Giappone. Né dollari, né yuan, né yen. Saluterà con il dolore sportivo della retrocessione in B con il Verona: «Questa è stata la mia stagione più brutta. Mi sono subito fatto male a un ginocchio. Dispiace, perché con l’Hellas ne ho vissute due, prima, che sono state fantastiche. Qui ho trovato un’altra giovinezza». DIRIGENTE? Proprio dal Verona Toni potrebbe partire per una nuova avventura, quella di dirigente: «Ne parleremo nelle prossime settimane col presidente Setti. Per adesso non c’è nessun contratto, nulla di firmato. Faremo una chiacchierata e se le nostre idee coincideranno andremo avanti. In che ruolo mi vedo? In una posizione importante. Nel calcio serve chi conosce i conti, ma le decisioni le dovrebbero prendere le persone che hanno giocato. Non capisco perché in Italia non ci sia spazio per Roberto Baggio e Paolo Maldini». Che Toni smetta non è una sorpresa. Ne aveva già fatto cenno a qualche compagno di squadra di recente. Inoltre, dopo l’infortunio patito a settembre con l’Atalanta, la sua condizione era rimasta incerta. Se gli domandi se non si sia pentito di aver lasciato un anno fa, tuttavia, chiarisce: «Il calcio, per me, è come un grande amore. E un grande amore non lo abbandoni quando le cose vanno bene. Te ne vai, invece, se non funzionano. Non me la sentivo di smettere prima, a 38 anni, da capocannoniere, da miglior centravanti del campionato. Lo faccio adesso: sono arrivato alla fine». Poche parole sui contrasti con Gigi Delneri, che in alcune gare – a Bologna, a Napoli – non l’ha neppure inserito nella lista dei convocati («Con lui non ho avuto e non ho un buon rapporto, ci sono state cose che non mi sono piaciute, ma non è il momento di parlarne. E da questa storia usciamo sconfitti tutti e due: il Verona è retrocesso»), altre per Antonio Di Natale e Francesco Totti, come Toni due veterani la cui anagrafe suggerisce che si avvicini il tempo del commiato: «Non posso dire che cosa dovrebbero fare, già è stata dura per me. So soltanto che quando, con me, lasceranno anche loro, la Serie A perderà 1000 gol. E credetemi: mi ha dato tanto giocare in questo campionato. Non ho rimpianti, né rammarichi, anche se avrei voluto vincere lo scudetto nel 2010 con la Roma. Ma dal calcio ho avuto soltanto gioie: ho realizzato i miei sogni»”. Questo quanto scritto dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.