“Felici di stare più su, contenti loro. Più che di una partita giocata è giusto parlare di una recita di calcio inflitta ai poveri spettatori di Empoli: zero gol, zero emozioni, due squadre involute, un pari senza gloria. Legittimi i fischi finali del pubblico. Al Castellani non succede alcunché, ed è una sconfitta per tutti quando in campo poi vedi gente del calibro di Saponara, Vazquez e Maccarone costretta a immalinconirsi accanto a compagni, talvolta, di categoria inferiore. Vincono la bruttezza, la noia e la paura di sbagliare. E i record negativi dei due contendenti inchiodano Giampaolo e Novellino alla realtà: 11 giornate senza vittoria per i toscani (solo 6 punti racimolati nel girone di ritorno), 9 per i siciliani quart’ultimi che, almeno, si portano momentaneamente a +2 sul Frosinone. OCCASIONE FALLITA E’ soprattutto il Palermo, affamato di punti, a dover recitare il mea culpa. Avrebbe potuto creare di più: contro questo Empoli, copia sbiadita della squadra elettrica del 2015, si poteva vincere con più cinismo e con un Gilardino in più, colpevolmente tenuto in panchina da Novellino. D’accordo, i giovani. D’accordo, il 4141 che vuole diventare 433 in fase offensiva. D’accordo, Vazquez «falso nueve», l’unico tra i rosanero ad avere le idee chiare con il pallone tra i piedi. Ma almeno per 20’ nella ripresa la presenza del Gila avrebbe accentuato il tasso di pericolosità. E non può costituire un alibi l’occasione capitata nella ripresa sui piedi di Struna al 33’: un tiro sparacchiato alto col quale cala il sipario sulle speranze rosanero di spuntarla. L’ALTRA META’ DEL CIELO Se il Palermo piange calcio, l’Empoli non ride dal 10 gennaio scorso, data dell’ultima vittoria col Toro (10). Saponara non vede la luce con Jajalo addosso (mossa, questa sì, azzeccata da Novellino), Croce e Zielinski non vivono una giornata da circoletto rosso. Coi centrocampisti inflessibili nell’affondare ogni tentativo di riemersione, non rimangono che le fasce, ma anche gli esterni in campo non daranno colore al match, frustrati dai posti di blocco eretti a turno dai difensori. Giampaolo e Novellino scrivono a referto giocatori con troppe regole da rispettare: poco è concesso all’improvvisazione. E così Empoli e Palermo sono sempre quelli che ti aspetti, non c’è spazio per quell’universo di eventi contenuto nella massima la «palla è rotonda»: stavolta sembra «medicinale», se non quadrata”. Questa l’analisi di Empoli-Palermo condotta dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.