“Embalo non è un volto nuovo, ma ci va molto vicino. Al Palermo era arrivato con grandi ambizioni appena diciottenne, nell’estate del 2013, quando il Palermo era retrocesso in Serie B. Quella stagione fece la spola tra Primavera e prima squadra senza mai trovare spazio con Gattuso prima e Iachini poi. In compenso con i baby rosanero si fece notare mettendo a segno 7 gol. La stagione successiva venne dato in prestito prima al Carpi e poi al Lecce in Lega Pro. Quest’anno l’esplosione nel Brescia di Boscaglia. Lo seguivano Anderlecht e Stoccarda, ma il presidente Zamparini ha deciso di puntare su di lui prolungandogli il contratto fino al 2020. Adesso, l’attaccante della GuineaBissau vuole provare a stupire in Serie A. «Ho scelto Palermo perché è la squadra che ho nel cuore e mi ha portato in Italia – ammette Embalo . Sono felicissimo di essere tornato, ringrazio la società, i tifosi e tutti quelli che hanno fiducia in me». RESPONSABILITÀ Il primo ad avergliene data è stato il patron e se l’investitura viene dal numero uno non può che diventare un propellente a fare bene nel prossimo torneo di A. «Zamparini mi ha dato un bellissimo segnale, facendomi rinnovare il contratto, fin da quando sono arrivato. Lui ha sempre creduto in me –continua . Lo ringrazio tantissimo, e la cosa mi carica parecchio». CONCORRENZA Sapere che c’erano club importanti non ha influito più di tanto nella scelta finale che è stata sua. «Il mio agente mi dà tanti consigli, ma la scelta di restare è stata mia e lui è stato d’accordo con me – ha chiarito Embalo . Boscaglia? E’ un bravissimo allenatore, mi ha aiutato molto, formandomi come calciatore e come uomo». RUOLO Con l’addio imminente di Vazquez, l’interrogativo è chi potrà sostituirlo. Si ipotizza un cambio di modulo con il passaggio al 4-3-3. Embalo, comunque, non si tira indietro davanti nessuna ipotesi. «Io l’erede di Vazquez? Prima devo trovare il posto da titolare – ammette . Sono un calciatore e posso giocare in qualsiasi ruolo mi voglia l’allenatore. Sono un attaccante e posso fare tutto lì davanti». I primi due giorni di ritiro lo hanno fatto sentire a proprio agio. «Mi sembra di essere già a casa, come se non fossi mai andato via. Mi sento già dentro il gruppo e sto bene con i miei compagni. Mi trovo bene con tutti. Conosco tanti compagni, in camera sono con Bentivegna, che ha giocato con me in Primavera». Ragiona e pensa in grande Embalo, ma con l’umiltà necessaria di chi vuole sfondare nel calcio che conta. I punti di riferimento, del resto, li ha sempre avuti. «Se c’è una big in cui mi piacerebbe giocare? Quando ero in Portogallo ammiravo molto il Benfica, dove c’era un calciatore italiano come Miccoli . Invece il mio idolo è sempre stato Messi, un mancino come me»“. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.