Gazzetta dello Sport: “Eldense caos: 4 fermati, 2 sono italiani. I compagni accusano: «Alcuni si possono comprare una casa a Barcellona»”
“Ieri mattina Nobile Capuani ha chiamato La Gazzetta, pieno di speranza. «Sto andando alla polizia a denunciare quelli che per me sono i veri responsabili di questo scandalo, devono ascoltarmi». È stato dichiarato in stato di fermo e non è più uscito dal commissariato di Elda, la cittadina della provincia di Alicante, Comunitat Valenciana, catapultata al centro del palcoscenico del calcio spagnolo dopo il 120 incassato sabato scorso della squadra locale, l’Eldense (segunda B, la nostra C), con il Barça B. IL PRECEDENTE Nobile Capuani è un marchigiano in Spagna da quasi 2 anni e già coinvolto in una storiaccia col Jumilla, piccolo club di una cittadina in provincia di Murcia a meno di 60 chilometri da Elda, finita male ma non tanto come questa. Capuani è la faccia visibile di una cordata italiana che cerca di far fortuna col calcio spagnolo. Siamo però lontanissimi dal Camp Nou e dal Bernabeu. «Futbol» di provincia con budget sotto zero e costante bisogno di soldi per sopravvivere. ITALIANI FERMATI Capuani è arrivato in dicembre, a gennaio ha preso il controllo economico del club pompando nell’Eldense giocatori su giocatori. Diversi italiani, altri in arrivo dall’Italia. E un allenatore senza la licenza adeguata, Filippo Vito di Pierro, che ieri è stato il primo ad essere fermato dalla polizia di Elda. Evidentemente il suo interrogatorio non ha convinto gli inquirenti. Anche la denuncia di Capuani è finita gambe all’aria: una volta ricevuto l’ordine di fermo si è rifiutato di dichiarare in commissariato e lo farà questa mattina di fronte al giudice. L’attività nella piccola centrale di polizia valenciana è scorsa frenetica per l’intera giornata, con il viavai dei giocatori chiamati a testimoniare. Alcuni se ne sono andati, altri no: nel pomeriggio infatti sono arrivati i fermi di due giocatori: Miky Fernandeze Nico Chafer e di un altro allenatore, Fran Ruiz. Intanto 12 giocatori sono stati cacciati dal club, tra questi tutti gli italiani arrivati con Capuani. DIRTY SOCCER Il caso Eldense in Spagna è esploso guadagnandosi spazio sulla carta e minuti in tv, circondato e trascinato da dichiarazioni e illazioni di ogni tipo. El Confidencial ha tirato in ballo la ‘Ndrangheta denunciando infiltrazioni della mafia calabrese interessata al mercato delle scommesse. Secondo il quotidiano digitale con Capuani sarebbe sbarcato a Elda anche Ercole Di Nicola, a suo tempo coinvolto nell’inchiesta italiana «Dirty Soccer» del 2015, quando fu arrestato in maggio e liberato in settembre. Capuani e D’Ercole si sono conosciuti a L’Aquila e sarebbero venuti insieme in Spagna. ACCUSE INCROCIATE Altri giornali, come El Pais, sostengono che gli italiani promettevano, in cambio di pagamenti da decine di migliaia di euro, a giovani calciatori non tanto forti ma col portafoglio pieno di farli giocare in categorie superiori al loro livello. I calciatori dell’Eldense si accusano tra di loro: ha iniziato il mauritano Cheick Saad, ha continuato il guineano Mendy, africani uniti nel dire che i compagni si sono venduti la partita scommettendo sul risultato: «Alcuni si possono comprare una casa a Barcellona» ha detto Saad. E infine c’è chi come il presidente della Liga, Javier Tebas, si è gettato a capofitto nello scandalo Eldense per attaccare la federcalcio spagnola, le due entità sono ai ferri corti da mesi, accusando la Federazione di gravi negligenze. Il caos si è impossessato di Elda, un centro già abitato nell’Età del bronzo ma oggi conosciuto ai più solo per la produzione di scarpe. Vediamo se il giudice oggi riuscirà a far chiarezza.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.