“Con la Germania sarà molto diverso dalla Spagna. I prossimi rivali sono più forti come squadra e, in questo momento, anche singolarmente. Non traccheggiano sulla trequarti ma vanno per vie verticali, con l’obiettivo di avvicinarsi il prima possibile all’area e tirare (78 conclusioni in 4 partite). Ma all’Euro non sono mancate le sorprese, complici alcune favorite impreparate tatticamente: su tutte l’Inghilterra che, con l’Islanda, ha giocato per 90’ esattamente come non doveva, a testa bassa. L’Italia e Conte invece studiano e soltanto così possono ribaltare una situazione di apparente svantaggio. PUNTI DEBOLI L’eventuale assenza di De Rossi, grave per Conte, potrebbe disorientare Löw perché aprirebbe la strada a due 352 nuovi (uno con Sturaro mezzala, l’altro con Florenzi in mezzo e Darmian esterno), se non addirittura a un più improbabile 442. A marzo, in amichevole, il c.t. tedesco giocò a specchiarsi sul 343 (annunciato) di Conte, affrontandolo uomo contro uomo e vincendo per superiorità tecnica. Oggi i tedeschi non sanno cosa li aspetta e non rovineranno un giocattolo perfezionato, gara dopo gara, con Müller che si accentra, Götze fuori e Kimmich quasi ala aggiunta. Però non sono senza punti deboli, se si esclude Neuer. Hanno sconfitto 20 l’Ucraina soffrendo le ripartenze veloci e poi sono stati imbrigliati (00) dall’organizzazione della Polonia che, senza gli errori di Milik, avrebbe vinto. L’Italia è giusto una sintesi di organizzazione e ripartenze veloci: non deve abbassarsi troppo come l’Irlanda del Nord (l’10 poteva essere 60) o entrare già sconfitta (la Slovacchia). TUTTO IN DIFESA Rispetto alla Spagna non è a centrocampo ma in difesa, la nostra, la chiave della partita. Il 4231 di Löw diventa presto un 244 con gli esterni (Kimmich ed Hector) quasi ali aggiunte, per consentire a Draxler e Özil di accentrarsi e affollare l’area accanto a Gomez e Müller, di fatto sulla stessa linea. A volte davanti in linea si trovano in 6. Stesso possesso e palleggio della Spagna, ma a ben altro ritmo, senza appoggi laterali ma entrate in velocità da dietro (Khedira tipo Juve) e tanti tiri da fuori (Kroos ci tenta spesso). Boateng, con i suoi lanci, affretta l’avvicinamento. E, a sorpresa, dalle statistiche si vede come mediamente sia Özil l’attaccante più avanzato e il meno prevedibile con i tagli dal centrodestra. Così la nostra difesa (come nel 41 di Monaco) rischia sempre l’inferiorità: Bonucci, più che al raddoppio, dovrà dedicarsi a un attaccante. Questo modulo, però, scopre le fasce tedesche, sensibili a contropiedi veloci nei quali, con Belgio e Spagna, siamo stati perfetti. EDER E ITALIA «BASSA» Possibile quindi che Eder vada subito in disturbo su Kroos, il vero play, ancor prima di Sturaro (o Florenzi). E che l’obiettivo sia un recupero della palla non troppo alto, per avere una Germania sbilanciata, scoperta dietro e più attaccabile. Così da lanciare palla a Pellè, perché faccia la solita sponda di prima sulla fascia, oppure al laterale, meglio Florenzi, per creare una specie di tridente offensivo con Eder a sinistra e Pellè in mezzo. Riassunto: attirare i tedeschi davanti e lasciare che Boateng e Hummels finiscano in inferiorità. I due centrali risolvono tante soluzioni con recuperi disperati, uno contro uno: servono sempre assalti a tre. Inoltre Eder su Kroos può consentire a Sturaro (o Florenzi) di aiutare Parolo su Özil. LEZIONE POLACCA Ci sarà folla sulla trequarti davanti all’area azzurra. Una tattica più rischiosa che contro la Spagna, ma la Polonia ha spiegato che si può. A patto di non aumentare colpevolmente i rischi con i passaggi corti di Buffon a Barzagli e Chiellini per far ripartire l’azione: la Germania, lì, sa aggredire a uomo. Al massimo, illuderli, farli avvicinare e poi lanciare lungo per Pellè che richiamerà Boateng e Hummels. Il problema è che sono diventati tattici quasi come noi”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”. In alto le probabili formazioni.