L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato ciò che sta accadendo all’Atletico Catania, dove i tifosi pur di evitare la rinuncia al campionato, sono pronti a scendere in campo. Un atto d’amore unico in Sicilia che porta il marchio di un club storico. L’Atletico Catania oggi è ultimo in classifica nel girone B dell’Eccellenza in attesa che qualcuno arrivi in soccorso. A reggere la baracca, quasi da solo, è Gianluca Barbagallo, tifoso della prima ora che si occupa di teatro e di comunicazione: «Nel 2017 vincemmo il campionato di Promozione sotto la presidenza di Franco Proto (lo stesso patron che capitanò l’avventura in C, ndr) col figlio Damiano allenatore. L’anno scorso abbiamo concluso il campionato a 4 punti dai playoff. In estate il presidente che arrivò dopo, Drago, si è disimpegnato. Ed è nata un’emergenza che ci ha portato a un bivio: rinunciare e perdere tutto oppure mantenere la categoria o retrocedere in attesa di finanziatori. Siamo una società catanese e speriamo che il nostro club interessi a qualcuno. Ancheperchéabbiamofattoinmododinonlasciare debiti». Ecco come i tifosi si organizzeranno per dare il proprio contributo sul campo al club: “I tifosi in campo. Nel 1996 l’Atletico sfiorava la B, poi fu eliminata agli spareggi dal Savoia. L’anno dopo perse l’occasione contro la Ternana in uno spareggio doppio. Al Massimino assistettero alla partita 20mila spettatori. «Dopo che il tecnico Richichi si è disimpegnato, ci ritroviamo la domenica per la gara. Andiamo in campo e dopo una ventina di minuti non reggiamo più e andiamo via dopo aver beccato tanti gol (108 in tuttofin qui, ndr)» ammette Barbagallo. I tifosi-calciatori? Mario Scalia è proprietario di un’impresa edile e di pittura, Davide Ruscica è un insegnante di arti marziali, Michele Andaloro fa la guardia giurata. Tutti ruotano nei vari ruoli. A volte gioca lo stesso Barbagallo che prepara la distinta, va in panca come accompagnatore e occupa la carica di vice presidente per gestire tutte le emergenze. […]”.