“C’è il favore dei precedenti e, se vige anche la regola del non c’è due senza tre, il Palermo parte con un vantaggio psicologico che può infondere fiducia per la finale di andata di questa sera. I rosanero, infatti, non hanno mai perso con il Frosinone, lo hanno affrontato 6 volte: due in Serie A, due in Serie B e altrettante in Serie C. Il bilancio parla di cinque vittorie e un pareggio. Un risultato, quest’ultimo, arrivato nell’attuale stagione col pareggio all’andata per 0-0 al «Benito Stirpe». Al ritorno, invece, si sono imposti per 1-0. BATTUTO PURE STELLONE Tra le vittime di questa sequenza d’imbattibilità c’è anche Stellone che, da avversario sulla panchina dei laziali, nella stagione 2015-16 in Serie A andò incontro a due sconfitte contro il Palermo di Ballardini: 4-1 al Barbera e 2-0 nel vecchio stadio «Matusa». L’ultima fu la più importante, perché decretò l’aggancio dei rosanero al terz’ultimo posto in classifica, con un sorpasso proprio ai danni dei ciociari, che poi alla fine retrocedettero in Serie B. Le due vittorie in Serie C risalgono addirittura alla stagione 1988-89. Tornando al passato più recente, l’altro dato statistico da non sottovalutare è che in entrambe quelle sfide in massima serie andò a segno Trajkovski che stasera potrebbe essere di nuovo protagonista. Il macedone, invece, ha fatto da spettatore nei due match di questo campionato. A Frosinone restò in panchina, mentre al «Barbera» giocò soltanto un minuto. Viste le prestazioni nelle ultime due uscite, tra andata e ritorno, nella semifinale contro il Venezia, è possibile che possa tornare a lasciare il segno. UN’ALTRA PARTITA Sull’ipotetico vantaggio psicologico di avere già fermato i laziali in questa stagione, senza, peraltro, subire gol, Stellone la pensa così: «Il fatto che il Palermo non abbia mai perso con il Frosinone in stagione non cambia nulla, ogni partita ha una storia a sé». Nelle due gare i rosanero vennero schierati da Tedino col 3-5-2, Stellone invece sta ottenendo risultati con la difesa a quattro. «Non è scritto da nessuna parte che se affronti una partita con il 3-5-2 è sicuro che vinci – spiega il tecnico –. Una volta vinsi 5-0 con un cambio tattico, ma nella partita seguente, con lo stesso sistema e con gli stessi uomini, perdemmo 2-0 contro una squadra di minore qualità. Se vinci i duelli nelle variezone del campo, vinci la partita. Se i giocatori trovano la giornata giusta, vinci la partita. Il mio compito è far scendere in campo la squadra migliore. In questo momento vado anche molto a sensazione e al tipo di gara che mi aspetto. Sono sempre gli interpreti, però, a fare differenza. La squadra può fare più moduli, perché li ha fatti e ha giocatori duttili, ma bisogna prima di tutto usare equilibrio»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.