Gazzetta dello Sport: “Dopo Giammarva traballa anche Tedino”

“Le dimissioni alla fine sono arrivate. Giovanni Giammarva ha rimesso l’incarico da presidente del Palermo. Le indiscrezioni di due giorni fa hanno trovato conferma in un comunicato della proprietà, ovvero di Zamparini, pubblicato sul sito del club ieri mattina. Dalla nota, però, si evince che la vicenda potrebbe non essere conclusa. Anzi, il patron auspica un ripensamento da parte del commercialista palermitano spiegando i motivi alla base della sua decisione. «La Proprietà prende atto, suo malgrado, delle dimissioni date dal presidente Giovanni Giammarva dovute a contrasti di gestione con la dirigente amministrativa, nonché consigliere, Daniela De Angeli. Ritenendo entrambi, Giammarva e De Angeli, due ottimi dirigenti molto capaci nelle loro funzioni, auspica un chiarimento che riporti Giammarva nella sua carica di presidente in un clima collaborativo necessario alla società, onde lavorare in un ambiente più disteso per futuri successi». IL FEELING RESTA Del resto, la rottura di Giammarva con il Palermo non nasce da contrasti con Zamparini con il quale continua a esserci stima reciproca sul piano umano e professionale, contrariamente a quanto possa essere avvenuto nella storia recente quando è stato sancito un divorzio con un dirigente o un allenatore. Il paradosso, infatti, stavolta è questo. Ecco perché il proprietario spera di sanare la situazione all’interno del Cda. Non c’è dubbio, però, che questo scossone al vertice getta il Palermo nel caos, prima di tutto perché arriva alla vigilia della decisione della Corte d’Appello federale sul ricorso presentato dal Palermo sul caso Parma che verrà discusso oggi a Roma in assenza del presidente rosanero. Il club si troverà scoperto della principale figura istituzionale anche sugli altri fronti giudiziari per il casoFrosinone dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni e nell’ambito penale con l’inchiesta tuttora in corso. Giammarva era stato chiamato da Zamparini per ricoprire la carica di presidente, dopo le dimissioni di Baccaglini, lo scorso novembre come figura palermitana di garanzia della società nell’ambito, oltre che dell’inchiesta penale per la quale è finito nel registro degli indagati, anche del procedimento dal quale era scaturita l’istanza di fallimento della Procura, poi respinta dal Tribunale fallimentare. Un vero caos. CONSEGUENZE Il Palermo, insomma perde una figura strategica sul piano giuridico e finanziario voluta fortemente da Zamparini. Le ricadute di questo disimpegno dalla carica di presidente possono essere molteplici, cominciando dalla reazione della piazza che sui canali social ha già manifestato il proprio disappunto. Uno squarcio di tale portata arriva anche nel momento più delicato sotto l’aspetto tecnico, in cui c’è una squadra che è ancora un cantiere aperto, con tante situazioni da risolvere sul piano delle uscite e del complemento dell’organico e che per tutti questi motivi non ha affatto brillato nella prima uscita in Coppa Italia contro il Vicenza. Una situazione che non agevola Tedino che dovrà misurarsi con il banco di prova del Cagliari sempre in Coppa. Ma con un avversario di Serie A“. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.