L’edizione de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato il match perso contro il Perugia. Ecco quanto si legge:
“Attenzione, attenzione. Il campionato è in un momento cruciale. E’ finito il momento champagne con i gol a raffica, è cominciato quello che può scrivere le due promozioni dirette. Se oggi vince il Frosinone, il vantaggio sul terzo posto è di 6 punti. Pesante. Più che il dato numerico, sono le condizioni delle squadre in ballo a metterci il carico. Rimandando alla gara di oggi le considerazioni sulla formazione di Longo, sono le altre due contendenti che fanno riflettere. L’Empoli a differenza di tutte le altre squadre continua a segnare e a tritare gli avversari. La sesta vittoria di fila è stata un altro 4-0, figlio di azioni perfettamente disegnate e magistralmente finalizzate. Non c’è avversario che resista, i numeri sono clamorosi. Se non fossimo nel campionato più pazzo del mondo, si potrebbe scrivere il primo nome per la A diretta. Ma siccome siamo in un torneo che sembra uno spettacolo di Arturo Brachetti e cambia d’abito in un lampo, anche condannare il Palermo ai playoff può sembrare ardito. Ma oggi è così, perchè le due squadre davanti sono di ben altra pasta. I momenti negativi capitano a tutti, l’importante è saperli gestire e con un leader come Zamparini diventa complicato. Al momento dal Friuli è stato solo ordinato un lungo ritiro e non sembra nell’aria sua specialità, il cambio di allenatore. Le critiche al suo mercato di gennaio però risuonano sempre più forti, soprattutto perchè la terza sconfitta di fila è stata firmata proprio da quel Di Carmine che la società aveva ingaggiato dal Perugia, ma che qualcuno non ha voluto. Tedino comunque non rischia. D’Aversa invece sì. O meglio: per la prima volta il Parma sta valutando se andare avanti o no con questo allenatore, alla luce delle colpe (ci si attendeva ben altra prestazione dopo un lungo ritiro) e degli alibi (oggi l’Empoli travolge chiunque). Di sicuro questa squadra può fare meglio e D’Aversa – se avrà ancora fiducia – qualcosa dovrà cambiare e in modo radicale. Le capacità le ha, i giocatori pure. Non lo facesse, non sarebbe lui. Ma se parliamo di allenatori irriconoscibili, altri due balzano all’occhio. Zeman che per l’ottava volta (un terzo delle gare giocate) non prende gol, Inzaghi che si mette a litigare con un tifoso (di sicuro frustrato). No è da loro. Ma è proprio pazza questa B”.