“Un po’ come quando, per risvegliare un malato grave, gli fai ascoltare la musica che ha più cara. Il Cagliari guarisce e si rialza dal letto con la filastrocca del gol del giocatore simbolo Daniele Dessena, capitano e uomo copertina alla seconda doppietta in carriera, la miglior vitamina possibile nel momento più delicato della stagione. Ed è una canzone che stordisce il Palermo e lo costringe alla 4a sconfitta di fila, sebbene De Zerbi non perda la faccia al Sant’Elia e, anzi, proponga una squadra fino alla fine coraggiosa: il tecnico si giocherà tutto contro il Milan al Barbera, mentre le ombre di Reja e Ballardini continuano ad allungarsi sulla sua panchina che scricchiola.
FUORI DAL TUNNEL Il Cagliari si era perso negli spogliatoi di una frizzante serata del 16 ottobre a San Siro, in fondo all’esaltante vittoria con l’Inter. Da quel momento 2 k.o. di fila con Fiorentina e Lazio, fino alla svolta di ieri nel derby delle isole. Una reazione proporzionale alla difficoltà del momento, ma soprattutto una serata che sfugge all’ordinario per Dessena, recuperato dopo 11 mesi (si fratturò perone e tibia il 28 novembre 2015 a Brescia in uno scontro con Coly), ago della bilancia di una sfida ad alta tensione che i sardi vincono nella ripresa: due gol arrivando sul pallone da lontano, due colpi che rimettono in carreggiata Rastelli.
BATTAGLIA Il tecnico dei rossoblù se la gioca con Di Gennaro trampolino creativo per le punte Borriello e Sau. De Zerbi, invece, rispolvera il 433, il modulo che gli è più congeniale avendolo interpretato per anni da giocatore nel ruolo di esterno destro d’attacco (vedi Catania): fuori Gazzi e Diamanti, dentro giovani caccia
tori di palloni in mezzo e un tridente con Embalo e Quaison utili ad «allargare» il campo dietro a Nestoroski. Ne vien fuori una battaglia intensa in mezzo, i rosanero non sono disposti a stendere il tappeto ai rossoblù e, in ossequio ai desiderata del presidente Zamparini(presente nel ritiro prepartita dei siciliani), si propongono con coraggio oltre la metà campo, cercando di sfruttare gli inserimenti in fascia di Aleesami e quelli per vie centrali di Hiljemark: in un’occasione si rendono pure pericolosi con Chochev di testa in avvio (c’è un tocco di braccio di Isla in barriera). I padroni di casa aspettano il momento giusto per colpire, ci provano con Sau e danno l’impressione di saper dialogare meglio negli spazi infinitesimali lasciati dalle due linee di difesa e centrocampo in ragione di una qualità generale migliore: il tecnico del Palermo deve scommettere su Embalo per rifinire l’azione d’attacco, Rastelli ha Padoin e
Di Gennaro, certezze anche nei momenti di bufera.
SVOLTA Il secondo tempo, interpretato da Sau e compagni alla costante ricerca del gol, produce subito il tanto atteso colpo di scena: azione rifinita da Di Gennaro e Dessena manda all’inferno il Palermo con un tiro imparabile all’8’. Il replay non tarda ad arrivare. E al 19’ il capitano rossoblù capitalizza al meglio un assist di Sau, mandando in visibilio i suoi tifosi. I siciliani, però, hanno il merito di non disunirsi, nonostante la piaga della fase difensiva. De Zerbi usa la panchina e getta nella mischia Diamanti: l’effetto è quello di costringere il Cagliari a una dura resistenza finale. Nestorosvki firma il gol della speranza su cross di Rispoli e gli ultimi minuti sono incandescenti, ma i rossoblù li affrontano assieme senza chiedersi chi sta dando di più e chi meno. Ormeggiando in porto tre punti di enorme valore“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.