“«Sono felicissimo, il Cagliari merita la serie A». Daniele Dessena, emozioni e adrenalina in quadricromia. Gli dei del calcio amano le fiabe. E si danno appuntamento per il Monday night al Sant’Elia: Dessena segna il gol del vantaggio all’8’ del secondo tempo su cross di Di Gennaro. Il capitano si commuove, lo stadio salta per aria. Undici minuti dopo il bis: piattone destro su assist di Sau. La doppietta del capitano è il premio per undici mesi da incubo. Intervento, ferri e viti nella gamba destra. Dessena mancava dal 28 novembre del 2015. A Brescia, Coly gli rovina addosso: frattura scomposta di tibia e perone. Ieri, la resurrezione. Nel modo migliore. Con il Palermo Rastelli gli ridà la maglia. E lui timbra la gara che vale un pezzo abbondante di salvezza. «Questa gente dice il centrocampista merita la serie A. Quest’ultimo anno è stato durissimo, devo ringraziare società, presidente, compagni e tifosi. Le lacrime? Quando a un bambino manca qualcosa a cui tiene, alla fine piange». Dessena insiste. Il momento è da leggenda, anche se una doppietta in A Dessena l’aveva già segnata con la Samp nel maggio 2009 contro la Reggina. Comunque costerà una cena da pagare a Di Gennaro e Sau.
RASTELLI Il capitano è tornato. Con la grinta fatta intravedere mercoledì all’Olimpico con la Lazio che gli ha regalato il posto dal 1’. Massimo Rastelli, ancora una volta, ha visto giusto. La bandiera è quella di un Cagliari che volta pagina. E vola, con 16 punti in zone salubri di classifica, a 9 lunghezze dal terzultimo posto. «Stiamo con i piedi per terra dice il tecnico . È stata dura, una partita sporca. Ma la vittoria premia atteggiamento e lavoro dopo due giornate negative. Il Palermo era quadrato e tosto. Ma l’abbiamo controllata noi. Dessena? Daniele ha dato l’anima e mostrato cosa vale lo spirito di sacrificio. Sono strafelice per lui. Abbiamo recuperato una pedina fondamentale per l’economia di un Cagliari che sa essere pratico e ordinato»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.